domenica 20 dicembre 2015

Fondi europei: siamo sulla strada giusta

I segnali lanciati in questo mese per quanto riguarda i Fondi Europei per il Mezzogiorno sono ottimistici e ci fanno ben sperare per il futuro della nostra Calabria.
L’otto dicembre scorso il Commissario Europeo per le politiche regionali Corina Cretu evidenziava positivamente il notevole recupero – in una situazione assolutamente delicata e difficile – per quel che riguarda il Programma 2007/2013 e che consente di guardare con ottimismo al raggiungimento degli impegni di spesa.
A fronte di tanti sacrifici stiamo riuscendo ad approdare finalmente ad una fase di normalizzazione. Lo stesso Presidente Oliverio ha detto che la Calabria conta di riuscire a spendere tutti i fondi Ue 2007-2013 entro il 31 dicembre, periodo utile per l’ammissibilità delle spese relative a tali fondi. Grazie anche all’intenso lavoro fatto insieme con la Commissione Europea si sono raggiunti traguardi fino ad oggi forse impensabili. Questa è la strada maestra che non dobbiamo perdere di vista, perché tante sono le esigenze del nostro territorio e della nostra gente. I nostri cittadini aspettano da tempo risposte che non possono più essere differite.
Di ieri invece la visita istituzionale dell’Onorevole Gianni Pittella, il quale ha sottolineato la grande opportunità, da qui al 2020, dei fondi strutturali europei e di tutti quegli strumenti comunitari pensati per sostenere lo sviluppo dei territori dell’Unione.
Adesso quindi si apre la partita importante di tramutare il tutto in piani concreti per utilizzare al meglio e celermente i fondi destinati alla nostra regione. È necessario realizzare una forte azione di governo che sia di contrasto alla povertà e alla emarginazione economico-sociale delle fasce deboli. Ci auguriamo, ma ne siamo certi, che nulla dei fondi destinati andrà perduto. Certo è che non possiamo non spingere affinché parte dei fondi strutturali vadano impiegati – come avevamo già suggerito nella nostra proposta di legge sul sostegno al reddito – per la realizzazione del reddito minimo garantito, considerato ormai  una misura necessaria da tutti i fronti.
Sette le regioni intenzionate a garantire un salario minimo a chi è senza lavoro: la Lombardia, la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, il Molise, la Puglia e  da ultima la Basilicata che si appresta a varare il reddito minimo grazie ai diritti di sfruttamento pagati dalle compagnie che estraggono il petrolio nella regione.  La Regione Basilicata ha già approvato il regolamento e sta per pubblicare i bandi per gli aventi diritto.
A questa lista di regioni all’«avanguardia» vogliamo presto aggiungere anche la regione Calabria, che più di tutte ha bisogno di una forma di sostegno al reddito. I fondi destinati ci sono, la volontà politica pure. Adesso non ci sono più alibi.

Giovanni Nucera, consigliere regionale e capogruppo “La Sinistra”


sabato 12 dicembre 2015

Reddito minimo. Replica a Salvatore Barresi, forse l'unico a non sapere che in Consiglio regionale una proposta di legge sul reddito minimo è stata presentata da quasi un anno dal Gruppo "La Sinistra".

Leggiamo le riflessioni condivisibili di Salvatore Barresi, sociologo economista, apparse l’undici dicembre sul Quotidiano del Sud e che esprimono forte preoccupazione per le alte percentuali in Italia, e in particolar modo al Sud, di famiglie e persone che vivono al di sotto della soglia della povertà. Sono le stesse preoccupazioni che mi sono posto sin dai primi giorni del mio insediamento in Consiglio regionale, lo scorso gennaio 2015. Tant’è che già a marzo è stata presentata in Consiglio a mia firma e del mio gruppo consiliare “La Sinistra”, la proposta di legge n.19/10^ (“Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati e precariamente occupati”).  Un proposta per realizzare in Calabria il reddito minimo, il reddito di esistenza, il reddito di dignità, o come dir si voglia. La proposta prevede l’erogazione di 600 euro mensili per le fasce particolarmente marginalizzate e in forte sofferenza economica. Da marzo abbiamo ingaggiato una forte battaglia favorevolmente accolta da oltre 200 comuni nella nostra provincia, dal Comune di Reggio Calabria, dalla Provincia di Reggio Calabria, da Libera di Don Ciotti, dalla Caritas, dal Terzo Settore, da UGL Scuola. Non solo. La nostra proposta di legge, corredata di relazione tecnica dettagliata per il reperimento dei fondi, i primi di giugno è stata approvata in III commissione Politiche Sociali con voto unanime, a dimostrazione che una sensibilità politicamente trasversale sostiene la bontà del nostro operato. Obiettivo di questa proposta di legge è quello di mettere in atto una serie di misure a sostegno del reddito dei soggetti economicamente svantaggiati e in sofferenza economica. Il reddito minimo garantito rappresenta un deterrente contro gli squilibri sociali e reddituali oltre che fattore anticiclico a contrasto della crisi economica. È il “mezzo”mediante il quale ricostruire i principi di autonomia e dignità della persona – da un lato – e di appartenenza dell'individuo alla propria comunità civile e sociale, dall’altro.
Restiamo pertanto perplessi nel leggere le parole del sociologo Salvatore Barresi che riporto testualmente: “La Calabria è deficitaria di una legge regionale, nessuno dei consiglieri ha mai pensato a un intervento rivolto al tema della lotta alla povertà e al sostegno delle famiglie in difficoltà. Non so se pensare che è vergognoso o ignominosio.”
Vero è che la Calabria è deficitaria ancora di una misura universalistica a sostegno del reddito, ma l’attività politica de “La Sinistra” – peraltro puntualmente e pazientemente documentata passo passo da tutte le testate giornalistiche regionali – smentisce che nessuno abbia provveduto concretamente a dare voce a questa urgente esigenza dei calabresi. La proposta di legge sul Reddito Minimo che abbiamo presentato a marzo aspetta adesso, come tutti sanno, di essere valutata in Commissione Bilancio.
Condividendo in pieno le affermazioni di Salvatore Barresi lette sul Quotidiano e sul suo blog, lo invito a combattere e sostenere insieme a noi questa battaglia di dignità, affinché il diritto ad una vita dignitosa non rimanga una voce astratta ma possa declinarsi in azioni concrete di Buona politica, quella che – con un pochino di presunzione – spero di stare facendo.

Giovanni Nucera,

consigliere regionale “La Sinistra”

sabato 7 novembre 2015

IL REDDITO MINIMO UN DIRITTO IRRINUNCIABILE

Caritas Nazionale e ora anche Tito Boeri, Presidente dell’Inps, la pensano come noi
insieme ai tanti Comuni e Province della nostra Calabria.

 Il 3 ottobre 2008, in piena crisi economica, la Commissione Europea ha approvato una raccomandazione in cui chiedeva  di “riconoscere il diritto fondamentale della persona a risorse e prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana, nel quadro di un dispositivo globale e coerente di lotta contro l’esclusione sociale”,realizzando  politiche attive per garantire un reddito minimo vitale a tutti i suoi cittadini. Nel luglio del 2010, nella relazione sul reddito minimo nella lotta contro la povertà l’Europa lo individua come uno dei modi più efficaci per contrastare la povertà, garantire una qualità di vita adeguata e promuovere l'integrazione sociale.
Tutti gli Stati  – anche quelli in maggiore sofferenza economica – si sono adeguati, tranne l’Italia e la Grecia.
 L’Italia quindi così solerte a seguire le raccomandazioni dell’Europa quando chiede sacrifici ai cittadini italiani, vedi  la riforma delle pensioni (legge Fornero), l’austerity con i tagli alla sanità e la chiusura dei piccoli ospedali – in particolar modo al Sud Italia, dove si corre il rischio di perdere eccellenze in campo oncologico e della ricerca, il Jobs Act ecc., non ha dimostrato la stessa solerzia quando l’Europa ci ha chiesto  di aumentare e salvaguardare i diritti per i cittadini.
E mentre, sulla pelle dei cittadini si tergiversa, l’introduzione del reddito minimo viene chiesto dalla Caritas nazionale, che lo scorso settembre ha bacchettato Renzi per  non aver ancora assunto una posizione pubblica precisa sulla lotta alla povertà, “un problema contro il quale è necessario adottare interventi strutturali: la costruzione di un sistema di welfare e l’introduzione del reddito minimo di inclusione sociale” – rivolto a chiunque sia in povertà assoluta,  come quello previsto dal Reddito d’inclusione sociale (Reis) proposto dall’Alleanza contro la povertà in Italia. Il cardinale Bagnasco, Presidente della CEI, lo scorso maggio ha sostenuto arricchendo il dibattito che «in altri paesi dove la forma è presente mi sembra si siano registrati risultati positivi: non favorisce una mentalità assistenziale ma è piuttosto un accompagnamento e sostegno». E solo pochi giorni fa Tito Boeri, Presidente dell’Inps, nel  formulare  un piano contro la povertà ha inserito  un reddito minimo di 500 euro per gli over 55 grazie a prelievi da 250 mila pensioni d’oro e da 4 mila vitalizi per cariche elettive. L’istituto ha messo online una proposta normativa in 16 articoli, che tocca a 360 gradi il sistema previdenziale e assistenziale, dal sostegno di inclusione attiva per gli over 55 al riordino delle prestazioni collegate al reddito, passando per il ricalcolo dei vitalizi, inclusi gli interventi sull'uscita flessibile e le pensioni dei sindacalisti. Ci spieghi il Premier Renzi per quali ragioni si ostini a rifiutare una misura urgente contro la povertà chiesta addirittura dalla Caritas e dalla Chiesa, e invece continua a riproporre un’opera mastodontica e inutile come il ponte sullo Stretto, i cui costi ambientali, sociali ed economici sono maggiori rispetto ai benefici che apporterebbe.
 In Calabria non possiamo attendere che il Governo nazionale si svegli perché le Regioni hanno la possibilità di legiferare autonomamente in materia. Da moltissimi mesi è stata presentata una legge a favore dell’istituzione di misure a sostegno al reddito – passata all’unanimità in  Commissione Sociale e che attende  ora di essere valutata in Commissione Bilancio. Una proposta presentata dal consigliere della Sinistra Giovanni Nucera, che raccoglie il consenso delle Associazioni Laiche e cattoliche  ( Libera, Caritas, Terzo Settore, associazioni, sindacati) .
             Chiediamo con forza di far approvare questa legge.
             Su questa battaglia come gruppo della Sinistra non intendiamo indietreggiare nemmeno di un centimetro. Sappiamo benissimo che il reddito minimo garantito, benché sentito come urgente, non piace a molti perché sospettato di aggirare sfere di competenza, perché ritenuto un affronto alle politiche di austerità, avversato per lo spauracchio dell’assistenzialismo, ricacciato indietro spesso solo perché, per come strutturato, non consente i soliti gettoni per gli enti di formazione, allontanato dalle coscienze perché ridurrebbe la possibilità creditizia delle banche.
Intorno ai diritti dei cittadini, troppi sono i giochi di potere, troppi i ricatti, troppi i compromessi. 
Il Consigliere Giovanni Nucera  ha portato nelle sedi preposte una progetto ragionato, dove sono state individuate anche le possibili fonti di finanziamento per garantire un reddito d’inclusione sociale come misura proattiva collegata al lavoro e che nulla ha di assistenziale ma che guida – come in uno Stato maturo dovrebbe avvenire naturalmente – chi ha perso il lavoro ed è fuori da qualsiasi forma di ammortizzatore sociale, chi si trova nel tempo limbico di un reinserimento lavorativo. Una proposta che giorno dopo giorno registra consensi da parte di singoli cittadini, associazioni e ben oltre 200 Comuni in tutta la provincia e regione compresi Consiglio Comunale e Provinciale di Reggio Calabria che  hanno già espresso il loro appoggio. Facciamo nostra la riflessione di papa Francesco: “non possiamo più aspettare a risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da una malattia che può solo portare verso nuove crisi”. Adesso è il tempo di scegliere di operare per un politica della responsabilità e di decidere non a favore degli interessi dei poteri forti, ma a favore di coloro che costituiscono il tessuto economico e sociale del nostro territorio, che con grande sacrificio vivono ogni giorno e che hanno sempre dimostrato pazientemente indulgenza verso una classe politica non sempre all’altezza del valore morale e civile del proprio ruolo.


Giovanni Nucera, consigliere regionale “La Sinistra”.

martedì 25 agosto 2015

Per una Buona Scuola davvero come luogo di formazione di cittadini democratici.


Inserito nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale del 31 agosto la Mozione n. 39/10^ a firma del Consigliere e capogruppo de La Sinistra, Giovanni Nucera, sull’incostituzionalità della legge statale n. 107 recante: “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative e vigenti”, con la quale s’impegna il Presidente Oliverio e la Giunta regionale a sollevare la questione di legittimità sulla norma.
Su questa iniziativa registriamo con soddisfazione un’ampia convergenza delle Istituzioni nonché di molti consiglieri del Consiglio regionale, da Flora Sculco di Calabria in rete ad Alessandro Nicolò di Forza Italia.
Prossimo appuntamento venerdì 28 agosto alle 17:00 al Grand Hotel Lamezia dove si terrà l’incontro con il corpo docente, i precari, i rappresentati del settore e con tutti coloro che intendono partecipare alla mobilitazione permanente contro la riforma Renzi della scuola.

Una Buona Scuola – non quella renziana – può cambiare il destino di una intera nazione. Per questo motivo non dobbiamo perdere l’occasione di costruire insieme a chi la scuola la vive ogni giorno una Scuola come luogo di formazione di cittadini democratici. 

sabato 22 agosto 2015

Insieme ai lavoratori e alle lavoratrici del porto di Gioia Tauro

Ho ritenuto doveroso essere presente oggi, 22 agosto, alla manifestazione indetta dal Coordinamento Portuali SUL Gioia Tauro per rilanciare l’attenzione sulla situazione del Porto di Gioia Tauro.
Quello che sta avvenendo a tanti lavoratori e lavoratrici non può essere accettato e fatto passare così in sordina, ma deve rimanere alta l’attenzione dell’opinione pubblica.
Per questo motivo oggi siamo stati insieme ai tanti lavoratori del porto di Gioia Tauro che, nonostante i diversi proclami di sviluppo sciorinati in periodo elettorale sta vedendo progressivamente diminuire le attività che lo avevano portato ad essere il primo porto del Mediterraneo.
Trecentocinquanta lavoratori vengono messi in cassa integrazione senza possibilità di riassorbimento. Si tratta di un numero abnorme su cui si abbatte la mannaia della crisi e della disperazione per tante famiglie.
Non gira intorno alla questione Giuseppe Gentile, segretario regionale della categoria pubblico impiego del Sindacato unitario dei lavoratori: “La cassa integrazione per questi lavoratori è l’anticamera del licenziamento, se la situazione continua così. Già molti i posti di lavoro persi a cui si aggiungono queste altre cifre e la grave preoccupazione per il continuo depauperamento di un tessuto sociale che non è più in grado di sopportare questa grave crisi.”
A queste famiglie va la nostra solidarietà e sosteniamo l’appello lanciato oggi dal segretario nazionale SUL Antonio Pronestì: “La questione del porto di Gioia Tauro continua, purtroppo, a essere urgente e si sta perdendo ogni speranza di restituire il lavoro e quindi di dare una prospettiva per il futuro a tanti nostri concittadini e a questa importante struttura che si trova in un punto strategico del Mediterraneo, ma sottomessa da vent’anni di monopolio del terminalista MCT e dalla mono-attività cui è costretta.”
Un altro segnale allarmante arriva in questi giorni: a Gioia Tauro verrà tagliato un servizio di contenitori tra l’Asia e il Nord Europa, fino ad oggi circolante tramite il porto calabrese. Un’altra, l’ennesima riduzione del lavoro e dei traffici commerciali.
Chiediamo al Presidente Oliverio una maggiore attenzione politica e auspichiamo che venga fissata al più presto la data per una seduta del Consiglio regionale dedicata a un piano di rilancio e di sviluppo del Porto – oggi in ginocchio – e delle sue attività mercantili.
Tutte le Istituzioni calabresi siano unite nel chiedere al Governo nazionale un investimento per il porto di Gioia Tauro che sia economico e strategico. Oltre la Zesi cui tempi di realizzazione però non coincidono con i tempi a disposizione del porto – riteniamo preliminare la realizzazione di infrastrutture che favoriscano uno sviluppo intermodale e che permettano al porto gioiese di confrontarsi con i maggior porti europei. Tra le infrastrutture imprescindibili c’è la creazione di un collegamento ferroviario che permetta ai container non solo attività di trasbordo da una nave all’altra ma anche l’implementazione dell’attività di smistamento delle merci e del loro passaggio dalle navi ai treni.


Giovanni Nucera, Consigliere regionale de La Sinistra.


lunedì 3 agosto 2015

"La buona scuola": Regione sollevi questione di legittimità costituzionale su norma

Recentemente il Consiglio regionale pugliese ha approvato all’unanimità una mozione affinché sia adita la Corte costituzionale sulla legge “La Buona Scuola”. Di concerto con il movimento dei docenti calabresi e sentiti tutti i sindacati, presenterò una mozione in Consiglio regionale della Calabria con la quale s’impegna il Presidente Oliverio e la Giunta regionale a sollevare la questione di legittimità sulla norma in questione.
La controriforma scolastica, ovvero la cosiddetta “Buona Scuola” voluta dal governo Renzi e approvata dal Parlamento il 2 luglio scorso ha inserito odiosi elementi gerarchici all’interno della scuola, quella istituzione che fino ad oggi, nonostante le difficoltà economiche, si è sempre sviluppata, nel solco della Costituzione, come luogo di formazione di cittadini democratici.
La figura del superpreside andrà a incidere notevolmente sull’autonomia dei singoli docenti che vivranno nel timore costante di dover assecondare il dirigente, quando invece la Costituzione all’Articolo 33 afferma la libertà d’insegnamento. Ricordiamo che una scuola libera è un diritto e non una concessione dello Stato.
Inoltre – sacrificato questo principio di democraticità per un falso mito di efficienza e produttività, che nei fatti  non si traduce in un sostegno al merito degli studenti e dei docenti – il provvedimento non ha previsto un piano pluriennale per la stabilizzazione dei precari che nella maggior parte dei casi sono docenti che da anni svolgono un ruolo fondamentale nella nostra scuola. Peraltro in questa riforma non si spende nemmeno una parola per il diritto allo studio e contro la dispersione scolastica.
Una Buona Scuola – non quella renziana – può cambiare il destino di una intera nazione. Per questo motivo esprimo solidarietà a tutto il mondo della scuola che si trova a subire, dopo anni di continuo depauperamento delle risorse, anche un intervento di riforma che invade perfino materie del Contratto nazionale di lavoro. Le legittime richieste di dialogo del mondo della scuola si sono scontrate con un governo sordo che dimostra di essere decontestualizzato e talmente lontano dalla scuola reale da preferire un esercizio di forza muscolare perdendo un’occasione storica di riformare la scuola insieme a chi la scuola la vive ogni giorno.


Giovanni Nucera, consigliere regionale  capogruppo de La Sinistra

giovedì 30 luglio 2015

Reddito minimo garantito ultima possibilità contro la povertà

Dal 2000 al 2013 il Sud è cresciuto del 13%, la metà della Grecia che ha segnato +24%. Nel 2014 al Sud si sono registrate solo 174 mila nascite, livello al minimo storico registrato oltre 150 anni fa, durante l'Unità d'Italia: il Sud è quindi destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, arrivando così a pesare per il 27,3% sul totale nazionale a fronte dell'attuale 34,3%.
Dal 2001 al 2014, sono migrate dal Mezzogiorno verso il Centro-Nord oltre 1,6 milioni di persone, tra questi molti giovani e molti laureati. Secondo il Rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2015  al Sud una persona su tre è a rischio povertà.
Un quadro desolante fotografato dal rapporto Svimez, che ripresenta la drammaticità della "questione meridionale". Un Sud Italia stretto dalla morsa della povertà, della disoccupazione, del calo demografico e della più atroce desertificazione industriale ed economica.
È evidente, come questi dati fotografino realtà che vivono ogni giorno sempre più famiglie nel nostro Mezzogiorno.
 Il Reddito  Minimo Garantito rimane quindi l’ultima arma per arginare una povertà che sempre di più bussa alle porte delle famiglie calabresi.
Cosa aspettiamo dunque?
O lo facciamo adesso, aiutando chi più ne ha bisogno, oppure sarà troppo tardi.
A fronte di questi numeri che salgono in maniera esponenziale, aspettare ancora per  istituire questo fondamentale presidio contro la disperazione, è un errore che renderà sempre più drammatica la vita della nostra gente.
Non è una battaglia ideologica è un dovere per chi ha a cuore la vita di migliaia di persone.
Continua quindi la nostra mobilitazione sulla proposta di legge fatta in Consiglio regionale, la cui giustezza è confermata  da autorevoli economisti che si sono schierati a favore del reddito minimo garantito  
“Libera, contro le mafie”, il terzo settore, le associazioni, la società civile e i singoli cittadini ci accompagnano, ma non solo, sono molti i sindaci, sia di centrodestra che di centrosinistra che hanno depositato una mozione a sostegno della proposta di legge regionale sul reddito minimo garantito, inserendo la tematica negli ordini del giorno dei loro consessi.
Tra gli altri comuni che hanno approvato la mozione ricordiamo, Reggio Calabria, Altomonte, Cassano  Ionio, Villa San Giovanni, Cinquefrondi.
A questi consiglieri  va il mio personale ringraziamento per la sensibilità dimostrata a favore di un presidio che guarda ai calabresi e non alle aree di partito.
Infatti, questa proposta è riuscita in pochi mesi a coinvolgere l’interesse proveniente dalle più disparate aree politiche, a dimostrazione della necessità e della urgenza di approvare la legge e di realizzare il Reddito minimo in Calabria.
Anche la Provincia di Reggio Calabria si muoverà in questa direzione con il Presidente Raffa, che ha già chiesto di inserire la tematica nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio.
Con tutti i sindaci che hanno presentato le mozioni a sostegno della nostra proposta, con le associazioni e tutti i rappresentati istituzionali è prevista dopo l’11 agosto una conferenza stampa, per farci sentire ancora una volta, per dimostrare che in Calabria siamo la maggioranza a volere fortemente il Reddito minimo garantito.


Giovanni Nucera, Consigliere regionale de La Sinistra.


sabato 25 luglio 2015

NO ALLA LOGICA DELLA CONTINUITÀ: Si azzerino tutte le nomine compiute dalla precedente giunta e dal presidente del Consiglio

La Sinistra in Commissione Regionale Bilancio vince una grande battaglia sul diritto al Pensionamento dei dipendenti regionali  e bacchetta la politica regionale sulla “Fondazione calabresi nel mondo”

Un importante  obiettivo è stato raggiunto dalla SINISTRA  in Commissione Bilancio nella riunione del 23 luglio.
Su proposta del suo consigliere l’on. Giovanni Nucera è stata approvata all’unanimità  la Proposta di Legge n.25/10^ avente per oggetto: “Disposizioni in materia di personale della Regione Calabria”.
La presente proposta di legge  ripropone la legge regionale n. 34/2010 ,valida per gli anni 2011-2013, dove  si era proposto un meccanismo di scivolo fino alla pensione consistente nell’accompagnare il dipendente regionale fino al raggiungimento dell’età pensionabile prevista dalla legge con un’indennità supplementare, pari a sette mensilità della retribuzione lorda risultante dalla media degli ultimi dodici mesi di servizio, per ciascuno degli anni necessari al raggiungimento dei limiti di età previsti dalla normativa. L’indennità veniva erogata in base alla richiesta diretta del lavoratore, comportando inoltre l’immediata risoluzione del rapporto di lavoro.
L’approvazione della Riforma delle pensioni della Fornero aveva fatto sì che i dipendenti pronti a utilizzare lo scivolo nel 2012, abbiano perso l’opportunità di tale finestra di uscita.
Con questa nuova legge  sarà possibile a tutti i dipendenti avente i titoli di godere del medesimo diritto  arginando fattori discriminativi generati dalla miopia dell’ultima Riforma, rimodulando  i criteri di accompagnamento, fino al raggiungimento dell’età pensionabile prevista dalla legge, così da permettere finalmente l’uscita dall’amministrazione di chi, di fatto, aveva toccato con mano tale possibilità e se l’era vista sfuggire con l’ approvazione della riforma Fornero.
Non solo  ma sarà possibile , attraverso questa nuova legge , garantire la stessa opportunità per il triennio 2015-2017 a chi ne avesse i requisiti.
Tante persone andranno in pensione e tanti saranno i giovani che potranno ambire ad un posto di lavoro.

Sempre in II Commissione presieduta da Giuseppe Aieta e alla presenza del dottor De Marco, che ha relazionato sulla rimodulazione del Fondo Sociale Europeo e nello specifico sui finanziamenti alla “Fondazione calabresi nel mondo”, e del dottor Paolo Praticò, è stata affrontata la questione dei finanziamenti da destinare a tale fondazione.
A tale riguardo la Sinistra attraverso il suo rappresentante l’on.Giovanni Nucera ha espresso il proprio disagio sulla scelta fatta da Oliverio di  riconfermare a presidente  Giuseppe Galati nominato precedentemente da Giuseppe Scopelliti, una nomina nell’ottica di quella continuità con la vecchia politica che ha distrutto la Calabria.
Non solo ma ha espresso anche la sua totale contrarietà a tale nomina anche in considerazione di come è stata gestita la Fondazione, una gestione che definire disinvolta è dire poco.
Basti ricordare che lo scorso febbraio il deputato di Forza Italia Galati , noncurante dello scandalo “assunzioni pazze” di Calabria etica,  e dimentico delle già 111 assunzioni, tra dirigenti, segretari, esperti e assistenti,  fatte alla vigilia delle elezioni europee, ha dato il via, pochi mesi prima delle amministrative di maggio nel suo Comune, a una nuova infornata di assunzioni – con compensi top secret – nell’ente in house di cui è presidente e di cui non siamo nemmeno a conoscenze del bilancio per l’anno 2014.
Pertanto l’on. Giovanni Nucera ha  ritenuto  eccessivo il finanziamento destinato alla Fondazione a cui sono già stati assegnati 4 milioni di euro  e sulla quale ricordiamo è puntato il microscopio ispettivo della Procura della Repubblica di Catanzaro, e ha  chiesto di dirottare gli ulteriori due milioni di euro a un fondo per le famiglie povere, interrompendo così quella linea diretta che porta i finanziamenti sempre nelle solite tasche, lasciando le persone con disagio sprofondare sempre di più nella povertà e nella disperazione.
Questa nomina, e il perdurare dei tentativi di questa amministrazione di compiere scelte in totale continuità con le vecchie logiche del passato ci spinge a fare chiarezza su alcuni punti che riteniamo poco trasparenti. Pertanto chiediamo formalmente al dottor De Marco di sapere  se ci sono state nuove assunzioni nell’Azienda “Calabria Lavoro” e nella Fondazione “Field”, di cui è il Commissario straordinario.
Chiediamo inoltre nell’ottica della discontinuità con la precedente giunta, l’azzeramento non solo della nomina del Presidente del Consiglio ma anche dell’ufficio di presidenza e di tutte quelle nomine di sottogoverno fatte dagli assessori precedenti e dal presidente del Consiglio.
Gli avvenimenti accaduti in questo ultimo periodo ci autorizzano a fare queste richieste e a far capire al Presidente che il rinnovamento non si predica ma si pratica ,attuando una vera e propria rivoluzione copernicana e non  semplicemente cambiando i nomi degli assessori attraverso una successione ereditaria.


On.le Giovanni Nucera Consigliere regionale Capogruppo de La Sinistra 

sabato 18 luglio 2015

Dalla Giunta della Continuità alla Giunta della successione ereditaria

L’intervista a tutto campo del segretario regionale del PD,  del quale apprezziamo lo sforzo che traspare di dare un significato politico a quello che di politica a nostro parere ha poco, ci spinge ad una riflessione in merito a quanto accaduto dall’elezione di questo Consiglio Regionale  fino alla nomina della Giunta attuale.
Partiamo dalla necessità di discontinuità, rispetto alla vecchia politica di centrodestra e di centrosinistra, che è stato il perno del programma politico elettorale di Oliverio e che in ragione di ciò ha portato all’esclusione dalle candidature di  alcuni esponenti politici.
Dopo un parto molto complicato, Oliverio in nome di quella discontinuità, ha nominato alcuni  assessori, con l’impegno di un completamento successivo della Giunta.
Già in quella fase, il Presidente ha  lavorato in  apparente isolamento, senza dar conto a nessuno e rivendicando il suo diritto di scegliere la squadra di governo.
Nessuno ha parlato di giunta di transizione, anzi autorevoli rappresentanti istituzionali e di partito ne tessevano le lodi.
Successivamente, cause esterne alla politica, hanno messo in luce che il “Re era nudo”, e che nessuna discontinuità era stata fatta e lo stesso Oliverio si è affrettato a giustificare le sue precedenti scelte, definendole temporanee, mentre la discontinuità sarebbe stata realizzata in seguito con una nuova Giunta.
Una prima domanda sorge spontanea.
Perché non è stato possibile, per il Presidente e per i dirigenti del PD, attuare da subito la discontinuità e il cambiamento promesso in campagna elettorale?
A quali esigenze trasversali quelle prime scelte erano sussumibili?
Veniamo ora alla Giunta attuale.
Viene definita, a gran  voce, dagli stessi che applaudivano la prima Giunta, come  discontinua.
La nostra impressione è  che si tratti di una Giunta di “successione ereditaria”.
Nel periodo della “continuità”, inoltre, è bene ricordare, che sono stati distribuiti una miriade di nomine ed incarichi, che riletti alla luce dei nuovi avvenimenti, rendono evidente il loro  carattere di  continuità e contiguità ad un sistema di potere occulto e trasversale che ha distrutto e continua a distruggere la Calabria.
Che il PD calabrese la smetta di raccontare, in malafede, narrazioni favolistiche della situazione calabrese.
Il Presidente Oliverio ha operato un solo discrimine tra la prima e la seconda Giunta,  quello tra la logica della continuità e quella della successione.
L’aver tenuto fuori in tutte le due le giunte, La Sinistra, ci fa onore perché ci riconosce di non poter essere compresi né nella logica della continuità né in quella della nomina per successione ereditaria.
Bene farebbe, Oliverio, a cominciare veramente a cambiare il modo di fare politica in Calabria a partire dal riconoscimento di tutte quelle realtà politiche che, in discontinuità, portano avanti i problemi reali della gente di Calabria.

On.le Giovanni Nucera, consigliere regionale e capogruppo La Sinistra


giovedì 9 luglio 2015

Accanto ai lavoratori della sanità calabrese per riaffermare il loro diritto ad un lavoro sicuro e dignitoso.

Esprimiamo la nostra totale e incondizionata solidarietà ai lavoratori della sanità calabrese che da anni vivono in uno stato di precarietà e che oggi, grazie al Commissario Scura, vedono allontanarsi la possibilità di un contratto a tempo indeterminato.
                In questo senso esprimiamo il nostro totale dissenso per il bando di concorso ufficializzato dallo stesso Commissario, che prevede l’assunzione di 300 infermieri e 300 operatori sanitari, che azzera  di fatto tutte le graduatorie già esistenti e se ne infischia dello stesso  decreto commissariale n.2/2015  che prevede per le nuove assunzioni, lo scorrimento di graduatorie valide e vigenti.
In relazione a queste figure professionali è inutile fare un concorso perché risultano vigenti graduatorie di idonei, alcuni dei quali assunti a tempo determinato presso le strutture sanitarie e che hanno contribuito con le loro prestazioni professionali a garantire la tenuta del sistema e ad assicurare i livelli minimi di assistenza negli anni del blocco del turn over. Sarebbe pure inaccettabile se solo una parte delle assunzione fosse riservata ai nominativi presenti in graduatoria.
Vorremmo ricordare al Commissario che il maxiemendamento alla legge di stabilità per il quadriennio 2012-2015 obbliga le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del dlgs 165/2001, a reclutare i dipendenti da assumere a tempo indeterminato in via principale e prevalente chiamando i vincitori inseriti all’interno delle graduatorie vigenti, che in questo caso devono ricoprire tutte le 600 posizioni in oggetto.
L’obbligo di non effettuare nuovi concorsi e di attingere dalle graduatorie esistenti scatta in particolare qualora gli eventuali concorsi dovessero rivolgersi a quelle figure professionali già presenti nelle graduatorie; nel caso delle amministrazioni dello Stato, anche a ordinamento autonomo, degli enti pubblici non economici statali e delle Agenzie, la necessità di utilizzare le graduatorie si verifica anche per l’assunzione di figure professionali solo equipollenti a quelle indicate nei bandi di concorso.
L’utilizzo delle graduatorie esistenti non solo è giusto perché conferma lavoratori che hanno maturato un diritto,  ma anche, come afferma una sentenza del Consiglio di Stato, raggiunge l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica, evitando l’indizione di nuovi concorsi per il reclutamento del personale e contestualmente attua i principi di economicità ed efficienza dell’azione amministrativa, tenuto conto del costo e dei tempi per l’esperimento di procedure concorsuali, compresa la procedura di mobilità.
Inoltre un nuovo concorso permetterebbe candidature esterne alla regione, a discapito di chi ha già acquisito un diritto e aspetta da tanto tempo (almeno sette, otto anni) la propria stabilizzazione.
Ma non è solo la legge che ci chiede di dare lavoro ai nostri concittadini, ma anche un dovere etico per noi politici in questo grave momento storico di sofferenza economica della Calabria.
Ancora, indire un nuovo concorso richiederebbe tempi lunghi e incerti, quando invece assumere partendo dalla graduatoria esistente permetterebbe l’entrata in servizio immediata del nuovo personale, di cui la Sanità calabrese ha una necessità urgente.
Sempre dalle stesse graduatorie si devono prendere i nominativi da assumere nei settori dell’otorinolaringoiatrie e dell’ortopedia.
Vorremmo infine ricordare al Commissario Scura che mancano le nomine di 22 primari, la cui designazione è ormai indifferibile e non ammette ulteriori ritardi, che a nostro parere sono dettati solo da logiche di potere e di colonizzazione politica, logiche esterne alle strutture sanitarie.
Auspichiamo che la Sanità calabrese non viva in uno stato costante di emergenza e sotto i ricatti di un sistema clientelare, causa di lentezze e disservizi. Dobbiamo valorizzare le eccellenze mediche e scientifiche, che pur a fatica continuano a operare nel nostro territorio, e demonizzare i soliti “amici e compari” che hanno ridotto la Sanità calabrese a un cumulo di macerie.


Giovanni Nucera consigliere regionale e capogruppo La Sinistra

domenica 5 luglio 2015

Vicini al popolo greco

Il 5 luglio in tutta Italia abbiamo vissuto una giornata di mobilitazione per sostenere la Grecia, giorno in cui i cittadini greci si sono espressi con un Referendum sugli accordi di salvataggio finanziario. Quello di Atene è un Referendum che chiede una scelta, ma soprattutto una svolta per cambiare direzione rispetto a quella fin oggi percorsa. Chiede un ribaltamento di prospettiva per un’Europa che “metta al centro la dignità delle persone, con i loro diritti civili e umani” e non le banche.
In concomitanza con la visita in Grecia di una delegazione di Sel composta dal presidente Nichi Vendola, dai capigruppo Arturo Scotto e Loredana De Petris, insieme al coordinatore nazionale e deputato Nicola Fratoianni e i parlamentari Michele Piras e Massimo Cervellini, in molte piazze italiane è stato possibile confrontarsi sulla situazione che si sta vivendo in Grecia e, in segno di solidarietà, abbiamo lasciato un pensiero da trasmettere al popolo greco.
Reggio Calabria non è mancata a  questo appuntamento, perché il referendum in Grecia riguarda tutti noi. Da piazza San Giorgio al corso, con il nostro banchetto abbiamo accolto e informato i nostri concittadini, raccogliendo anche le loro impressioni. Questa manifestazione si è svolta contemporaneamente a Siderno, Pizzo e in molti altri comuni calabresi.
Oggi, in questo giorno difficile per il popolo greco, anche noi ci sentiamo idealmente in Grecia per esprimere tutta la nostra vicinanza. In questi anni di stenti e di fame per la Grecia, l'Europa non ha capito, o addirittura visto, la sofferenza di una intera nazione. L'Europa, creata per la solidarietà e per l'inclusione dei popoli, in questo momento è quell'Europa delle banche che sta portando alla più nera disperazione i cittadini greci. Anche noi diciamo no a questa Europa e ci auspichiamo un cambiamento di prospettiva che guardi al bene di tutti. Al popolo greco e al suo leader Alexis Tsipras diamo tutti la nostra solidarietà.

Giovanni Nucera, Consigliere regionale de La Sinistra.


mercoledì 1 luglio 2015

LA SINISTRA CALABRESE SI INCONTRA PER AVVIARE UNA NUOVA STAGIONE DI IMPEGNO PARTENDO DAI PROBLEMI CONCRETI DEI CITTADINI CALABRESI

REDDITO MINIMO:  SI PUO’

Il 30 giugno a Lamezia Terme si è tenuta un’Assemblea Pubblica di tutta le forze politiche e le Associazioni che stanno sostenendo la battaglia a favore della proposta di legge n.19/10^ “Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati e precariamente occupati” presentata lo scorso marzo dall’ On. Giovanni Nucera, consigliere regionale de La Sinistra. All’assemblea sono intervenuti – tra gli altri – Rocco Tassone, Essere Sinistra per la Calabria, Michelangelo Tripodi, sindaco di Polistena e segretario regionale del PCdI, Damiano Guagliardi, ex consigliere regionale e componente dell’Associazione nazionale “Sinistra Lavoro”, Nicola Limoncino, segretario provinciale Rifondazione Comunista, Fernando Pignataro, presidente provinciale Sel di Cosenza, Salvatore Minniti, sindaco di Fabrizia, Mimmo Panetta, leader responsabile Sel Ionica, Mario Melfi, segretario regionale Sel Calabria,  Gianni Speranza, già sindaco di Lamezia Terme, Rosario Rocca, sindaco di Benestare, Pino Ciano, componente della segreteria provinciale di Rifondazione Comunista, Teresa Ferraro, segretario politico “Fattore Comune” di Siderno, Sonia Rocca, giornalista e impegnata in Rifondazione comunista e Salvatore Belfiore dei No TRIV Calabria e segretario PRC Catanzaro.
La battaglia di Gianni Nucera a favore del Reddito Minimo ha ricevuto più volte il plauso di Libera, che in concomitanza con l’assemblea tenutasi in Calabria portava in parlamento le istanze delle famiglie che stanno soffrendo la crisi.
«È il momento di avere il coraggio di dare un segnale forte a tutela di chi si trova in situazioni di disagio», sostiene Mimmo Nasone di Libera che sottoscrive in pieno l’iniziativa di Gianni Nucera.
L’ultimo rapporto SVIMEZ ha confermato che la crisi economica nel Mezzogiorno è strutturale e di sistema. In base alle valutazioni SVIMEZ, nel 2013 il Pil è crollato nel Mezzogiorno del 3,5%, approfondendo la flessione dell'anno precedente (-3,2%), con un calo superiore di quasi due percentuali rispetto al Centro-Nord (-1,4%). Una famiglia su tre vive ormai sotto la soglia di povertà.
Il Sud Italia è tra le realtà economicamente più deboli d'Europa e la Calabria con il suo -5% si colloca tra le regioni italiane più in crisi. La gravità della situazione inoltre è rappresentata dal fatto che in questi territori non vi sia consapevolezza del ritardo accumulato in questi anni. Le attività industriali collocate nel Mezzogiorno sono pressoché inesistenti, e quando sono presenti, sono in fase di smantellamento, il tasso di disoccupazione tende ad aumentare e cresce il divario tra il Nord e il Sud d’Italia cui si accompagna l’aumento dell’emigrazione giovanile, soprattutto quella ad alta formazione. Il quadro si aggrava maggiormente se si parla di occupazione femminile.
«La Calabria – spiega Giovanni Nucera – è la regione più povera d'Italia e forse anche d’Europa. Non capisco come sia possibile che la Lombardia, che è invece la regione più ricca, abbia avviato recentemente una sperimentazione circa il reddito di cittadinanza investendo mezzo miliardo di euro e che la stessa cosa non si possa fare anche qui da noi. La politica non può far finta di nulla di fronte alla povertà estrema che sta strozzando molte delle nostre famiglie».
«La nostra proposta di legge è la cartina al tornasole che permetterà di capire se questa Giunta è veramente una Giunta di Centrosinistra. Se non verrà approvato il reddito minimo il PD dovrà assumersi le proprie responsabilità e spiegare come sia possibile che nella passata consiliatura esponenti del PD hanno presentato un progetto di legge su questo tema e inoltre in Commissione Sociale il Reddito Minimo è stato approvato all’unanimità. Ora è caduto definitivamente anche l’alibi della copertura finanziaria, infatti recentemente il Dott. De Marco, direttore generale del dipartimento lavoro e sviluppo economico della Regione Calabria, ha annunciato un intervento economico a favore dei cittadini utilizzando il residuo del FSE 2007-2013 per la Calabria. Si parla delle stesse risorse presenti nella nostra relazione dettagliata a copertura del reddito minimo che abbiamo presentato. I soldi ci sono e vanno spesi, la volontà politica è decidere dove e come. Noi riteniamo che i soldi debbano andare non in corsi di formazione fittizi in cui ad arricchirsi saranno i soliti noti, ma direttamente nelle case delle famiglie».
Gianni Nucera, consigliere regionale de La Sinistra, che ha voluto fortemente questo incontro, ha colto l’occasione per proporre anche in Calabria lo stesso cantiere per la costruzione di una sinistra unita e plurale che Nichi Vendola sostiene già a livello nazionale. Nucera auspica la convergenza di tutta la sinistra calabrese, fatta non solo di partiti ma soprattutto di società civile e di associazioni, in questa nuova aggregazione per costruire il cambiamento e il riscatto di questa regione. Sarà un percorso nuovo che raccoglierà il meglio  delle forze comuniste, ambientaliste e sociali per un fronte nuovo, soprattutto in questi tempi in cui i cittadini hanno perso la fiducia nella politica. Questo progetto rappresenta l’ultima speranza per la Calabria e per questo motivo è già partita l’iniziativa politica fondata  sul lavoro di gruppi presenti nel territorio.

 On.le Giovanni Nucera, consigliere regionale e capogruppo La Sinistra 





venerdì 12 giugno 2015

Reddito di dignità in Calabria, conferenza stampa 12 giugno 2015

Il capogruppo de “La Sinistra” in consiglio regionale Giovanni Nucera in conferenza stampa a Palazzo Campanella denuncia all’opinione pubblica la mancata volontà della classe dirigente di voler dotare la Calabria, una delle regioni più povere d'Italia, di uno strumento così importante di inclusione sociale, quale è il Reddito minimo garantito, la cui proposta di legge è stata depositata lo scorzo marzo.
 «La Calabria – spiega Giovanni Nucera – è la regione più povera d'Italia e forse anche d’Europa. Non capisco come sia possibile che la Lombardia, che è invece la regione più ricca, abbia avviato proprio ieri una sperimentazione circa il reddito di cittadinanza investendo mezzo miliardo di euro e che la stessa cosa non si possa fare anche qui da noi. La politica non può far finta di nulla di fronte alla povertà estrema che sta strozzando molte delle nostre famiglie».

Il consigliere regionale, nel corso della conferenza stampa – cui sono intervenuti, tra gli altri, Mimmo Nasone di “Libera” che ha portato i saluti di Don Ciotti, Mario Nasone, coordinatore del Forum Terzo Settore, Lucia Lipari di SOS Giustizia,  Damiano Guagliardi, ex consigliere regionale e componente dell’Associazione nazionale “Sinistra Lavoro”, Nicola Limoncino, segretario provinciale Rifondazione Comunista, Lorenzio Fascì, segretario provinciale PdCI, Michele Conia sindaco di Cinquefrondi, Bernardo Russo sindaco di San Lorenzo e Ornella Cuzzupi, segretario UGL Scuola – racconta l’iter della proposta di legge «che è stata approvata all’unanimità in III Commissione, mentre in Commissione Bilancio la proposta sul reddito minimo ha subito un rinvio».

La copertura finanziaria per il reddito di dignità c’è, si tratta solo di una scelta politica di come si vogliono spendere i soldi. I fondi comunitari innanzitutto. «C’è un fondo residuo 2007-2013 pari ad 839 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre di quest'anno – afferma Nucera. Soldi che la Calabria sta rischiando di perdere. Da questa somma, si potrebbe recuperare circa il 10% da destinare all’inclusione sociale. Altri fondi potrebbero essere recuperati da un taglio alle spese di bilancio della Giunta – così come è stato fatto già col Consiglio – e dal risparmio di 5 milioni di euro di affitti di uffici regionali considerato l’ormai prossimo trasferimento di tutti i dipendenti alla Cittadella regionale. Faccio mia una massima di Papa Francesco: non si possono lasciare sulla tavola dei ricchi solo poche briciole per i poveri. Se la Calabria vuole davvero cambiare, questa legge deve farla adesso, prima che sia troppo tardi».
La battaglia di Gianni Nucera incassa il plauso di Libera. «Ci aspettiamo che la Regione Calabria faccia scelte coerenti, è vergognoso che si trovi 1 milione di euro per soli tre funzionari quando ci sono persone che non hanno di che mangiare. È il momento di avere il coraggio di dare un segnale forte a tutela di chi si trova in situazioni di disagio», sostiene Mimmo Nasone di Libera che sottoscrive in pieno l’iniziativa di Gianni Nucera. Lucia Lipari di SOS Giustizia Calabria a seguire «compito della politica è di rimuovere le disuguaglianze e costruire criteri di giustizia sociale».


On.le Giovanni Nucera, consigliere regionale e capogruppo La Sinistra






martedì 9 giugno 2015

Prosegue l’iter del disegno di legge Reddito Minimo Garantito: adesso subito in Commissione Bilancio


Venerdì 12 giugno alle 10:00 presso la Sala Giuditta Levato del Consiglio regionale della Calabria, Giovanni Nucera, consigliere regionale e capogruppo de La Sinistra incontrerà in conferenza stampa gli operatori dell’informazione, le associazioni e la cittadinanza.  Durante la conferenza stampa Giovanni Nucera presenterà le strategie economiche per finanziare il Reddito Minimo Garantito. La proposta di legge n.19/10^ “Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati e precariamente occupati”, presentata lo scorso marzo, è stata discussa il quattro giugno in III Commissione e dopo un approfondito dibattito la proposta di legge è stata votata all’unanimità. Questo necessario presidio contro la povertà e a sostegno del reddito – che prevede la corresponsione 7200 euro lordi annuali, somma rivalutata sulla base degli indici sul costo della vita elaborati dall’Istat – si avvia adesso a diventare realtà per la Calabria e deve passare subito e senza indugi alla Commissione Bilancio.


Reggio Calabria 8 maggio 2015

Giovanni Nucera, consigliere regionale e capogruppo La Sinistra

giovedì 4 giugno 2015

Reddito Minimo Garantito: la proposta di legge de La Sinistra passa la terza commissione


Il quattro giugno è stata discussa nella terza commissione presieduta dall’Onorevole Mirabelli la proposta di legge n.19/10^ “Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati e precariamente occupati” presentata lo scorso marzo da Giovanni Nucera, consigliere regionale de La Sinistra.
Dopo un approfondito dibattito, che ha riguardato in particolar modo le questioni tecniche e logistiche, la proposta di legge accoglie il voto unanime – a tal proposito si ringrazia per il sostegno l’Onorevole Esposito – e passa adesso in Commissione Bilancio.
Questo necessario presidio contro la povertà e a sostegno del reddito – che prevede la corresponsione 7200 euro lordi annuali, somma rivalutata sulla base degli indici sul costo della vita elaborati dall’Istat – si avvia adesso a diventare realtà per la Calabria, una fra le poche regioni in tutta Italia, a riprova che la strada imboccata e che stiamo percorrendo con tenacia è quella giusta e che guarda alle esigenze delle persone e che non lascia indietro chi si trova in difficoltà.
Obiettivo di questa proposta di legge è quello di mettere in atto una serie di misure a sostegno del reddito dei soggetti economicamente svantaggiati e in sofferenza economica. Il Reddito minimo garantito rappresenta un deterrente contro gli squilibri sociali e reddituali oltre che fattore anticiclico a contrasto della crisi economica.  Inoltre è il “mezzo” mediante il quale ricostruire i principi di autonomia e dignità della persona – da un lato – e di appartenenza dell’individuo alla propria comunità civile e sociale, dall’altro.
Il reddito minimo è un presidio di civiltà prima ancora che economico,  considerando i dati sulla povertà in Calabria registrati da ISTAT e SVIMEZ che presentano il 31% della popolazione calabrese in uno stato di quasi o totale indigenza economica. Dal 2012 al 2014 si sono registrati 12 punti in più di disoccupazione e questo stillicidio sembra non volersi arrestare. Paradossalmente, a fronte degli alti indici di povertà si registra una forte pressione fiscale e un’alta onerosità dei servizi, per cui ci collochiamo ai primi posti. Siamo la regione più povera d’Italia e dinnanzi a questi dati il Consiglio regionale non può restare indifferente.
Adesso è una volontà tutta politica e tocca all’intera Giunta regionale assumersi questa responsabilità e operare affinché si attivino nel più breve tempo possibile tutte le procedure necessarie per l’approvazione della proposta di legge.


On.le Giovanni Nucera, consigliere regionale e capogruppo La Sinistra