giovedì 24 luglio 2014

Consiglio straordinario a Calanna con il sindaco Domenico Romeo, centrale a carbone, 23 luglio 2014

Il Comune di Calanna ha tenuto il consiglio straordinario lo scorso 23 luglio per discutere sull’avvio dei procedimenti di esproprio di alcune aree del comune al fine di realizzare un elettrodotto a 380 kw. Il consiglio si è concluso esprimendosi in maniera unanime contro la realizzazione della centrale a carbone e dell’elettrodotto necessario alla connessione alla rete elettrica nazionale della centrale di Saline Joniche. Domenico Romeo, sindaco di Calanna, ha avviato la discussione in consiglio ringraziando il Vicepresidente dell’Amministrazione provinciale e capogruppo Sel Gianni Nucera per la sensibilità e l’attenzione dimostrata. Romeo ha ringraziato anche il sindaco di Condofuri Mafrici che ha attestato telefonicamente la sua solidarietà. «Non si è tenuto conto dei pareri degli enti locali» continua il sindaco e aggiunge che i comuni non possono essere considerati meri esecutori di adempimenti amministrativi. Un passaggio importante che ha visto d’accordo tutti riguarda le autorizzazioni. Com’è possibile che le ZPS possono essere così facilmente aggirate dalle multinazionali per la costruzione di strutture altamente impattanti per l’ambiente mentre sono limitanti per chi sta sul territorio, a cui  viene impedito per esempio di fare il fotovoltaico? Passaggio sulle anomalie delle autorizzazioni è fortemente condiviso dai consiglieri  del Pd Barillà e Labocetta che sottolineano le possibili ricadute sul territorio – già colpito dal dissesto idrogeologico – dell’elettrodotto e dissentono dal metodo pervicace con cui si vuole imporre la costruzione di un colosso che non vuole nessuno. Sottolineano anche una certa ambiguità politica a cui si chiede di fare fino in fondo chiarezza. Interventi apprezzabili quelli di Barillà e Labocetta che hanno dimostrato puntualità e dati alla mano. «Minoranza sì, ma non opposizione», interviene il Vicepresidente dell’Amministrazione provinciale Gianni Nucera riferendosi ai due consiglieri del Pd, a sottolineare la forte volontà politica di lavorare tutti insieme per il bene dei cittadini. La domanda è lecita dice Nucera: «Com’è possibile che questo progetto venga portato avanti se i comuni dell’area grecanica, tutte le associazioni, la Provincia, la Regione e il Ministero dell’ambiente hanno espresso il loro no? Un no legittimato peraltro da dati e proposte. Saline Joniche non ha bisogno di una centrale a Carbone, ma di puntare su infrastrutture che valorizzino la sua vocazione turistica e culturale». Si tratta dell’ennesima colonizzazione della Calabria contro cui la politica si deve opporre con forza. «Saline è l’emblema del fallimento e della negligenza della politica degli ultimi quarant’anni», continua Nucera, «ed è necessario attivare tutte le procedure democratiche affinché le decisioni vengano prese dai cittadini e vengano rispettate». Anche il Comune di Calanna esprime parere negativo e la volontà di lavorare insieme a tutti i sindaci e alle associazioni per contrastare l’ennesima cattedrale nel deserto. Un no forte e chiarezza sulla centrale è quanto si chiede anche dal consiglio straordinario fissato per il prossimo lunedì 28 luglio alla Provincia di Reggio Calabria a cui parteciperanno anche il sindaco di Calanna e alcuni rappresentanti del Consiglio. Gli stessi chiarimenti che vengono richiesti anche agli enti nazionali come il Ministro dello sviluppo economico e dal Presidente del Consiglio dei Ministri.




domenica 20 luglio 2014

Calabria Pride 19 luglio una festa di diritti e di civiltà.

A Reggio Calabria il 19 luglio un corteo che per la prima volta ha davvero una portata storica per la nostra città.  Un fiume di persone allegre, vivaci, colorate, solidali e unite per la salvaguardia dei diritti degli omosessuali, considerati ancora una "minoranza". Senza distinzione di genere  abbiamo marciato nella consapevolezza che i diritti civili e umani non sono suscettibili di categorizzazioni di sessuali. Contro l'omofobia e contro qualsiasi forma di "-fobia". Salvaguardare e tutelare i diritti delle cosiddette "minoranze" significa tutelare e garantire i diritti di tutti.

L'Italia è carente di una legislazione penale antidiscriminatoria che contempli l'omofobia e l'intolleranza verso le persone Lgtb. Sono cresciuti negli anni attacchi verbali e fisici mentre molti esponenti politici hanno continuato a  fomentare intolleranza, odio e dichiarazioni discriminatorie, spesso col bieco obiettivo muovere la pancia di una parte di elettori.

La politica è responsabilità, e certo deve farsi carico e rappresentare esigenze e bisogni di tutti, proporre soluzioni, inventarne ex novo, applicare le proposte... ma non solo, la politica deve stare innanzitutto dalla "parte giusta", la politica non deve inseguire populismi e sentimenti di stomaco, ma deve stare dalla parte della cultura, dei diritti e della civiltà.

Un grazie a Lucio Dattola, presidente dell'Arcigay di Reggio, a tutti gli organizzatori del Calabria Pride e a coloro che si sono riversati sulle strade con le bandiere arcobaleno. Grazie perché hanno offerto un volto nuovo della nostra città in una manifestazione che non si riduce all'orgoglio gay ma avvia una battaglia per i diritti civili in tutta la Calabria.

La foto che mi piace di più e che racchiude il senso di quanto è successo sabato 19 luglio a Reggio Calabria.
Courtesy Giuseppe Vizzari
Altre immagini sempre del fotografo Giuseppe Vizzari


mercoledì 16 luglio 2014

Disoccupazione e giovani, abbiamo bisogno di un mutamento di segno, la politica stessa deve farsi “pratica politica”, garantire il lavoro e progettare per il futuro

Una fotografia allarmante dai dati Istat: tre milioni e 230 mila famiglie versano in condizioni di povertà relativa. Il dato dei poveri assoluti invece, di quelli cioè che “non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa” viaggia sui 6 milioni e 20 mila unità: in soldoni un italiano su dieci. Di questi, tre milioni e 72 mila sono residenti al Sud Italia, un milione e 34 mila sono minori e 888 mila sono anziani. Nella nostra regione i poveri sono oltre 600 mila. Più di 400 mila i senza lavoro e nell’ultimo decennio è raddoppiato il tasso di disoccupazione. Un dato purtroppo storico: il 50% dei giovani non ha lavoro e faticherà a trovarne uno. Stiamo pagando lo scotto della politica priva di capacità progettuale della Regione Calabria che non riesce a guardare nel suo insieme la complessità della problematica concernente sia la domanda che l’offerta di lavoro. Al di là dello sterile dato, da una parte vediamo chi si affaccia per la prima volta sul mercato del lavoro e che si trova lasciato solo prima di tutto per quel che attiene alla formazione. I nostri giovani sono stati definiti “inoccupabili” ma ciò è una responsabilità tutta politica che si vuole riversare sui giovani stessi, in maggioranza incolpevoli. I giovani dovrebbero essere accompagnati nel percorso formazione-occupazione. Ma questo oggi non accade a causa di un’offerta universitaria scollata dall’esigenze delle aziende, a causa delle scarse risorse economiche-organizzative per la formazione professionale e per le inefficienti politiche attive del lavoro. Allo stesso modo le riforme del lavoro non sono mai complessive né profonde. Si vedano per esempio i tentativi degli ultimi anni di investire sull’apprendistato, che prevede in cambio di agevolazioni contributive un periodo di formazione e lavoro per i giovani. Nonostante le agevolazioni il contratto di apprendistato non è mai decollato. Altra faccia della medaglia, in un contesto di crisi economica, la politica ha ritenuto di dare impulso alle aziende scardinando i diritti dei lavoratori portando ad una flessibilità che di fatto si è tradotta in sempre maggiore precarietà. L’idea liberista di slegare le aziende dai lacci che ostacolano un veloce adattamento alle esigenze economiche dei mercati ha portato ad una caotica proliferazione di forme contrattuali con l’intenzione di garantire un risparmio all’azienda ma tutto a scapito del lavoratore. Paradossalmente, resta il fatto che il costo del lavoro in Italia è uno dei più elevati d’Europa. Nel meridione d’Italia tutti questi problemi sono amplificati da una realtà economica più povera e da una notevole carenza di cultura legalitaria. Lavoro nero, Working poor (lavoratori che pur lavorando restano poveri) ma soprattutto lavoro “grigio” cioè forme contrattuali legali ma distorte da una prassi di sfruttamento: lavoratori retribuiti part-time ma impiegati full-time, retribuzioni nominali presenti in busta paga ma mai erogate, dimissioni estorte, discriminazioni. Giovani laureati trasmigranti da callcenter scarsamente retribuiti o costretti a peregrinare di stage in stage senza risultati duraturi. Il lavoro da diritto fondamentale sancito dalla Costituzione si è trasformato in una pallida illusione metafisica. Non possiamo permetterci questo depauperamento, dobbiamo ridare fiducia alle giovani generazioni, impiegare sul campo le loro competenze rispettando il diritto di ciascuno di poter pianificare un personale progetto esistenziale. “Giovani generazioni”, in realtà si tratta di una larga parte più che adulta il cui statuto di “gioventù” rimane tale perché non si riesce a offrire loro una vera e propria maturazione lavorativa. Che fare? Investire in innovazione, ricerca, formazione; approntare politiche di sviluppo e di sostegno; accelerare interventi su infrastrutture utili e necessarie; lavorare sui servizi; sostenere le start up; utilizzare in modo mirato e positivo i fondi europei fino adesso sciupati e mal gestiti dalla Regione Calabria, ma soprattutto garantire stabilità e diritti ai lavoratori. Un lavoratore “garantito” è un lavoratore che spende e che fa ripartire l’economia. Abbiamo bisogno di un mutamento di segno, la politica stessa deve farsi “pratica politica”, declinarsi concretamente sulle problematiche quotidiane di cui si fa carico entrando a Palazzo, deve avere una visione che non si sclerotizzi su risposte emergenziali dell’oggi ma che proietti il suo sguardo verso il futuro. 

martedì 15 luglio 2014

Dobbiamo fissare il prima possibile la data per le elezioni.

Sinistra Ecologia e Libertà ribadisce la necessità di andare a votare subito e rilancia la candidatura a governatore del sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza.


lunedì 14 luglio 2014

Regionali 2014 Calabria, votare il prima possibile!

Le primarie hanno dimostrato che valori come democrazia, partecipazione, onestà e legalità possano essere criteri in grado di regolare la vita civile e politica anche nella nostra città. L'importante adesione della cittadinanza ha dimostrato inoltre quanto l'esigenza di rinnovamento sia forte e a questa dobbiamo corrispondere il prima possibile. L'esercizio democratico delle primarie nel disorientamento che stiamo vivendo ci dice che siamo sulla strada giusta: condivisione delle regole, coesione e inclusione sono queste le parole chiave per la realizzazione di una soggettività di centrosinistra duratura in grado di tenere testa e strappare finalmente la città e la Regione alla malapolitica degli ultimi anni. Chiediamo che si torni a votare il prima possibile, questa città e questa Regione, la cittadinanza tutta meritano di potersi finalmente determinare in una nuova scelta di voto.



sabato 12 luglio 2014

Primarie, strumento democratico irrinunciabile iscritto nel nostro patrimonio genetico

Apprezziamo il metodo delle primarie, iscritto nel nostro codice genetico. Una bella festa di democrazia che vogliamo si ripeta per la corsa a governatore. Col Pd? Nessuna chiusura, ma no dialogo con quanti hanno portato la nostra regione allo sfacelo. Sarà l'assemblea provinciale e regionale a decidere le prossime mosse.



Consiglio straordinario sula centrale a carbone per il 18 luglio

Consiglio straordinario su centrale a carbone il 18 luglio. Non molleremo su questa questione.



mercoledì 2 luglio 2014

Terra dei Fuochi in Calabria, appello al Ministro dell'ambiente: bonifica dei siti interessati. Si chiede anche la predisposizione del registro dei tumori.

Al via il trasbordo delle armi chimiche siriane e la loro successiva distruzione a bordo della nave militare americana Cape Ray giunta nel porto di Gioia Tauro. Per quanto riguarda l’altro versante della costa, solo pochi giorni fa è stato richiesto da alcuni gruppi consiliari della Provincia, tra cui Sel, un chiarimento in merito alla posizione assunta sulla centrale a carbone di Saline Joniche dal Presidente Giuseppe Raffa. Ma su un’altra problematica delicata e importante non vogliamo che cali il silenzio, soprattutto in questi giorni di fermento preelettorale. Anche in Calabria come in Campania rischiamo un’altra “Terra dei fuochi” che già da decenni i “comitati di lotta” territoriali cercano di far venire a galla. Scorie tossiche sotto terra, gettate a mare o tumulate nel cemento: la Marlane a Praia a Mare dove oltre cento operai sono deceduti; nel 1990 lo spiaggiamento a Campora San Giovanni della motonave  Rosso della società Messina di Genova  che sarebbe dovuta affondare davanti le coste di Lamezia Terme in corrispondenza di un profondo tratto di mare, dove qualche anno prima era affondata e scomparsa la nave Mikigan; gli scarti di lavorazione dell’ex Pertusola di Crotone finiti nelle campagne della sibaritide invece di essere inviati in un impianto speciale in Sardegna; al 2009 risale il caso della nave Cunsky affondata al largo di Cetraro; l’incubo dei rifiuti tossici nella galleria di Limina nella zona del confine naturale tra il massiccio dell’Aspromonte e la catena delle Serre calabre, sul cui tratto si registrano, in entrata e in uscita dalla galleria, valori superiori alla norma. Quintali di rifiuti tossici e radioattivi smaltiti illegalmente fra lo Jonio e l’Aspromonte, in spregio a qualsiasi legge e al diritto alla salute dei cittadini.  Per lunghi anni la Calabria è stata la pattumiera d’Europa con un sistema di smaltimento “efficace”, rigoroso e certosino gestito dalla criminalità organizzata. “Sono convinto ci sia un equivalente della Terra dei fuochi campana anche in Calabria”, a dirlo è proprio Cafiero de Raho, procuratore capo di Reggio Calabria, confermando che la questione dei rifiuti tossici in Calabria e nella provincia di Reggio sia stata fino ad oggi colpevolmente sottovalutata e che vada, invece, affrontata con tempestività e chiarezza. Un’altra coincidenza inquietante ci accomuna alla Campania, e cioè che ancora la Regione Calabria non ha un registro dei tumori, la cui predisposizione continua ad essere rallentata da insostenibili ed inspiegabili ritardi. È ciò che denunciano in una inquietante solitudine centinaia di malati neoplastici, i loro familiari e i comitati spontanei dei cittadini. Questi territori hanno bisogno di risposte e di interventi urgenti. I circoli di Sel insieme con il vicepresidente del Consiglio provinciale e capogruppo Sel Gianni Nucera – appoggiando in pieno l’invito rivolto dai segretari generali della CGIL di Gioia Tauro e della CGIL di Reggio-Locri – fanno un appello al Ministro dell’ambiente affinché insieme alle Istituzioni si avvii da subito la bonifica di queste aree e si chiede che venga istituito nel più breve tempo possibile il registro dei tumori, strumento indispensabile per valutare i bisogni sanitari e descrivere i fenomeni neoplastici nelle loro variazioni territoriali e temporali.

    Giovanni Nucera, Vice Presidente Consiglio Provinciale Reggio Calabria