giovedì 30 aprile 2015

Primo Maggio accanto ai lavoratori e alle lavoratrici per la tutela dei loro diritti, e a chi cerca il lavoro perché è un diritto tutelato dalla Costituzione.

La festa del 1° Maggio celebra la gioia per un diritto conquistato, il diritto al lavoro – che la Costituzione pone a fondamento della nostra Repubblica, un  diritto/dovere che tutela nei vari articoli garantendo il diritto alla retribuzione proporzionata e sufficiente, alla parità di retribuzione a parità di lavoro, delle donne e dei minori, alla sicurezza e all’assistenza sociale –  per evitarne qualsiasi  forma di aggressione e svilimento.
In questo giorno che dovrebbe essere di festa non possiamo non stigmatizzare il totale svuotamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fatto dal Governo Renzi, (articolo peraltro già depotenziato dalla Fornero),  che rappresenta una dolorosa regressione nella Costituzione materiale del nostro Paese,  articolo che dal Settanta ad oggi aveva  regolato le relazioni  tra imprenditori e lavoratori.
Ma se da un lato assistiamo alla progressiva riduzione dei diritti del lavoratore – vedendo così venir meno anche l’art. 35 della nostra Costituzione che afferma che la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratoridall’altro lato siamo messi di fronte a dati preoccupanti sulla disoccupazione che arrivano dall’Istat relativi a tutto il 2014.
La Calabria, con il 23,4%, si conferma la Regione con il maggior tasso di disoccupazione d’Italia cresciuto di un punto percentuale rispetto al 2013. Si tratta di 160 mila persone, 69 mila donne e 91 mila uomini che a tutt’oggi non hanno garantito il loro diritto al lavoro. Tra questi 22 mila (17,4%) sono laureati, 71 mila sono le persone che hanno perso il lavoro, 65 mila, invece, sono prive di alcuna esperienza. Il dato diventa più drammatico se si calcola che  tra questi il 59,7% è costituito da giovani in età compresa tra i 15 ed i 24 anni.
Questi dati ci impongono di porre al centro del nostro ragionamento il lavoro per consentire ad un’intera generazione di ragazzi e ragazze  di pianificare il proprio progetto esistenziale e dare loro la possibilità di inserirsi all’interno del tessuto sociale-economico-produttivo.
Non possiamo quindi come Regione Calabria non cogliere la grande opportunità che ci offre il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile per la cui realizzazione sono stati stanziati 111 milioni di euro. Risorse notevoli, per programmare interventi atti a favorire l’inserimento lavorativo di giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano e non lavorano. Alla Calabria sono stati assegnati 67.668.432 euro, più di 36 milioni di euro sono risorse di competenza della Regione, per attuare il piano regionale a sostegno dell’occupazione giovanile. Quindi oltre 46 mila i giovani  potranno usufruire di servizi utili per l’accompagnamento e l’inserimento lavorativo, bonus occupazionali  tirocini, che consentiranno  alle imprese di formare i giovani direttamente sul campo. Occorre vigilare affinché questi investimenti non si trasformino in occasioni di clientelismo spicciolo, ma possano veramente cambiare il volto della nostra Calabria.
Dobbiamo fare di tutto per impedire che le intelligenze calabresi cerchino altrove il loro futuro, dobbiamo salvaguardare il poco lavoro che già c’è, crearne dell’altro, accompagnare i nostri giovani nel sistema occupazionale, altrimenti saranno costretti come i nostri nonni a portare fuori dalla Calabria  le loro conoscenze e competenze, privando la nostra terra di questo patrimonio prezioso.
Anche la proposta del reddito minimo garantito va nella direzione  di  dare sollievo e respiro alle tante famiglie in condizione di disagio e consentire ai giovani di cercare quel lavoro che noi amministratori  abbiamo il dovere di creare.
Buon 1° Maggio
                           
Giovanni Nucera, Consigliere regionale de La Sinistra.


venerdì 24 aprile 2015

25 Aprile… ancora oggi accanto a chi cerca la LIBERTA’

ll 25 aprile si celebra l’anniversario della liberazione d’Italia dall’occupazione dall’esercito tedesco e dal governo fascista avuta luogo nel 1945 e che ha  segnato  una svolta importante per il nostro Paese.
Dopo la liberazione d’Italia dai nazifascisti i gruppi politici della Resistenza hanno ricostruito il nuovo Stato Italiano, basato sulla democrazia e sul rispetto delle libertà.
È grazie a quella lotta e a quei combattenti  che intere generazioni sono cresciute nella libertà, nella democrazia e nella pace, con le testimonianze dei genitori e dei nonni che hanno rappresentato la memoria storica con cui ci siamo formati.
L’abitudine alla libertà e alla democrazia non può far dimenticare il senso della privazione, il significato della negazione dei diritti fondamentali, la negazione delle intelligenze, l’oppressione, la persecuzione e quanto di peggio sia riuscito a rappresentare l’uomo su altri uomini.
E non ci deve neanche far dimenticare che  in molti paesi del mondo ancora permangono le oppressioni le dittature e la mancanza di libertà e che queste condizioni costringono  intere popolazioni  a cercare tutto ciò altrove.
Per queste ragioni, in questo 25 aprile il mio pensiero di uomo libero va a tutti quegli uomini, quelle donne, quei bambini, quella umanità che, alla ricerca della  libertà negata dai loro governi, sfidano il nostro grande mare e spesso lasciano, tra quelle onde – ricche di storia – la loro vita.
Un mare che si fa culla di morte per coloro che scappano da guerra e persecuzione in nome di quella stessa libertà per cui il nostro popolo ha lottato. Ed oggi ecco che anche nei loro volti leggiamo l’ideale di questa nuova resistenza che coinvolge anche noi, se è vero come è vero che “resistere significa lottare per dare agli altri la propria libertà”.
Non possiamo rivolgere gli occhi dall’altra parte, il loro destino è il nostro destino.
Un popolo che scappa da fame, miseria e persecuzione rappresenta tutti i popoli che lottano e che hanno lottato in passato per la libertà: nei loro occhi i nostri occhi, quelli dei nostri padri e dei nostri nonni.
Il nostro dovere, come nazione libera e democratica dell’Unione Europea, è quello di accogliere chi lotta per la libertà, assicurargli protezione e la possibilità di un futuro migliore, che in questi casi vuol dire “normalità”.
“Questo mare” – oggi, tristemente – “è pieno di voci”, a loro dobbiamo tendere l’orecchio e la nostra umanità.
Appoggiamo pertanto e vogliamo dare forza all’appello di SEL nazionale per il ripristino della missione Mare Nostrum e l’estensione dell’intervento a livello europeo con canali legali di accesso nello spazio Schengen per sconfiggere il traffico di esseri umani; il superamento del regolamento Dublino III per una gestione condivisa dell’afflusso dei profughi; l’abolizione effettiva della Bossi-Fini e la stabilizzazione politico-diplomatica della Libia, a sostegno di un governo di unità nazionale.

BUON 25 APRILE



Giovanni Nucera, Consigliere regionale de La Sinistra.

Non perdiamo tempo: utilizziamo i fondi europei per creare occupazione e migliorare la qualità della vita dei calabresi

La presenza della Commissaria europea per la politica regionale Corina Cretu in Calabria, la sua scelta  di iniziare proprio dalla nostra regione il suo tour  nelle regioni del Sud, per confrontarsi sui temi legati all’utilizzo dei Fondi Europei e per completare la programmazione 2007-2013 nonché avviare quella relativa al 2014-2020, è stato un atto politico di grande importanza che sottolinea il grande passo in avanti che su questo tema la Calabria ha fatto in questi ultimi mesi. A riprova di ciò,  è stata la presa d’atto da parte della rappresentante europea che la Calabria negli ultimi mesi ha triplicato la spesa dei fondi comunitari, per cui  dopo tre anni sono stati sbloccati fondi per 800 milioni e il cui utilizzo potrà veramente contribuire al rilancio economico e sociale della nostra Regione.
La Calabria recupera così l’enorme ritardo accumulato con la precedente Amministrazione che non è stata in grado di spendere i Fondi Europei per una sostanziale incapacità di gestione delle risorse strutturali e potrà aprire subito la fase di confronto per la programmazione 2020, che prevede l’erogazione di ben 22 miliardi per le Regioni del Mezzogiorno (Calabria, Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata). Occorre quindi non perdere questa grande occasione, perché spendere tutti i Fondi Ue del 2015 significherà soprattutto  creare occupazione mettendo in moto un’economia che tuttora è ferma. Un’occasione importante e da cogliere subito, come ha sottolineato Delrio.
Adesso ci aspetta una grande sfida che è quella della nostra capacità di  utilizzo delle risorse, che non dovranno essere usate per pagare i debiti delle regioni, ma per recuperare il gap infrastrutturale che purtroppo ci caratterizza: velocizzazione della linea tirrenica e adriatica,  manutenzione della rete stradale,  completamento della Sa Rc. Queste sono solo alcune delle cose da fare.

Giovanni Nucera, Consigliere regionale de La Sinistra.


Mozione in Consiglio regionale della Calabria: potenziare il servizio di traghettamento ferroviario sullo Stretto, scongiurare il rischio di smantellamento della ferrovia ionica

Il 21 aprile 2015 in Consiglio Regionale ho presentato una mozione elaborata dalla Segreteria Regionale di SEL Calabria. Approvata dal Consiglio impegna la Regione a salvaguardare e potenziare il servizio di traghettamento ferroviario sullo Stretto e a scongiurare il rischio di smantellamento della ferrovia ionica, potenziandola in infrastruttura e servizi!
Un ulteriore atto concreto, dopo le interrogazioni parlamentari dei mesi scorsi, da parte di Sinistra Ecologia e Libertà nei confronti del diritto alla mobilità dei cittadini calabresi e del meridione!
"Mozione n. 18
In merito alla paventata cessazione del servizio di treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia e il programmato parziale smantellamento di alcuni binari di molte stazioni della linea ferroviaria ionica nel tratto calabrese (G. NUCERA)

RISOLUZIONE
Indirizzo in merito alla paventata cessazione del servizio di treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia e il programmato parziale smantellamento di alcuni binari di molte stazioni della linea ferroviaria ionica nel tratto calabrese

Vista
la vasta mobilitazione popolare seguita alla presentazione del “progetto di rifunzionalizzazione” da parte di RFI nell’area dello Stretto di Messina in data 2 febbraio che “contempla” la soppressione di due dei quattro treni intercity a lunga percorrenza per il centro nord Italia;

Visto
che un trasporto su mezzi veloci nello Stretto esiste ( e come tale va preservato) per i pendolari che viaggiano tra le due sponde, mentre la cosiddetta “rottura di carico”, confermata anche in Commissione Trasporti alla Camera lo scorso 28 febbraio dal sottosegretario di Stato alle Infrastrutture e Trasporti comporterebbe il traghettamento a piedi sullo Stretto dei passeggeri dei treni a lunga percorrenza;

Vista
la necessità, palesata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di arrivare ad una piena condivisione d’intenti con gli Enti territoriali prima di pervenire ad una definitiva ristrutturazione del servizio;

Considerato che
interventi finanziari di notevole entità erano stati previsti già con il Decreto Legge n. 159 del 2007 art. 8, comma 4 allo scopo di “potenziare il trasporto marittimo passeggeri nello Stretto di Messina…” e che a riprova dell’interesse in merito all’ammodernamento del servizio volto ad assicurare la continuità territoriale (le navi che trasportano i treni sono considerate a tutti gli effetti prolungamento dei binari) nell’aprile del 2013 era stata consegnata la nave traghetto “Messina”, ammiraglia di Rete Ferroviaria Italiana commissionata ai “Nuovi Cantieri Apuania di Marina di Cararra” munita di apposita celata “prodiera rovescia” per l’entrata e l’uscita dei treni, acquistata per quasi 49,5 milioni di euro;

Visto
che anche per via dell’assenza ingiustificata della Regione Calabria agli ultimi tavoli europei di mobilità con conseguente uscita della Calabria dal Corridoio 1 europeo di mobilità;

Vista
la previsione contenuta all’interno del comma 294, art. 1 della legge 190 del 2014 che prevede cospicui sovvenzionamenti “per il traghettamento ferroviario delle merci” che in caso di soppressione del servizio sullo Stretto andrebbero perduti;

Visto
il legittimo interesse dell’utenza calabrese in arrivo e in partenza nelle principali stazioni calabresi provenienti dalla o diretti in Sicilia nonché la possibilità di usufruire, per le aziende calabresi, delle economie derivanti da treni merci in transito nel tratto calabrese delle linee ferroviarie della regione;

Visto
inoltre, il progetto in corso d’opera da parte di RFI e del Governo nazionale di smantellamento di alcuni binari di molte stazioni della linea ferroviaria ionica anche di recente ammodernamento e velocizzazione;

Visto
l’ammontare dei recenti massicci investimenti infrastrutturali con fondi POR nella linea ferroviaria jonica e le dichiarate intenzioni della Giunta regionale di procedere ad ulteriore ammodernamento della stessa linea;

Vista
l’assenza di collegamenti diretti tra le principali città della Puglia, la Basilicata la Calabria ionica e il porto di Villa San Giovanni nonostante gli storici scambi tra la Sicilia, la Calabria, la Basilicata e la Puglia e l’insistenza di quasi la metà della popolazione calabrese lungo la fascia ionica;

Vista
la teorica eventualità attuale e futura di richiesta da parte di vettori privati, italiani ed esteri, di usufruire dell’infrastruttura ferroviaria comprendente il servizio universale di traghettamento sullo Stretto;

Vista
l’inspiegabile totale assenza di collegamenti ferroviari regionali per molte ore al giorno in quasi tutte le linee ferroviarie calabresi che lascia completamente isolate città e capoluoghi impedendo il raggiungimento e la partenza da essi da parte dell’utenza e che tale situazione rende teoricamente giustificabile eventuali tagli alle stazioni gestite da RFI;

Ritenuto
che il piano presentato da RFI con l’eliminazione dei treni a lunga percorrenza costituisca in realtà una modifica arbitraria del principio di continuità territoriale “ridotto” al solo e non agevole attraversamento a piedi dello Stretto con i mezzi veloci e, lungi dal creare un sistema efficiente articolato su più livelli complementari e nel segno della sussidiarietà, miri invece a eliminare definitivamente un servizio in cambio di “futuri ammodernamenti” che non hanno al momento alcuna copertura programmatica né finanziaria e che il piano di smantellamento parziale della linea ferroviaria ionica possa configurarsi come presunto danno erariale nonché di illogica penalizzazione per un qualsiasi collegamento ferroviario attuale e futuro anche non da parte del gruppo FS;

Ritenuto
che la soppressione dei treni a lunga percorrenza considerati comporterebbe la necessità per la Regione di provvedere autonomamente alla “copertura” delle tratte regionali da questi
ultimi precedentemente collegate con ulteriore aggravio per le finanze regionali;

Ritenuto
che le proposte presentate da Comitati e sindacati, nonché dalle Ferrovie Calabria se inserite nell’ambito del Contratto di Servizio attualmente in discussione al Parlamento consentirebbero un miglioramento del servizio esistente tramite l’adozione di soluzioni alternative sulle infrastrutture
esistenti;

IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE
e per esso l'Assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità ad attivare ogni utile iniziativa allo scopo di garantire che il diritto alla mobilità dei calabresi e dei meridionali non venga ridimensionato attraverso la soppressione del traghettamento dei treni a lunga percorrenza dato che una decisione del genere comporterebbe una concreta ridefinizione del principio di continuità territoriale ad attivare, per le proprie prerogative, ogni iniziativa utile volta a consentire, nell’ambito del contratto di Servizio nazionale di prossima definizione, il mantenimento del servizio universale di traghettamento dei treni a lunga percorrenza in essere insieme ad un miglioramento e potenziamento delle condizioni del trasporto veloce passeggeri inteso come complementare e sussidiario rispetto al primo, in alcun modo sostituivo.
Impegna
inoltre, il Governo regionale ad attivare ogni qualsiasi utile iniziativa allo scopo di evitare lo smantellamento, anche solo parziale, della linea ferroviaria ionica che dovrà anzi essere potenziata ed elettrificata e nel frattempo resa pienamente fruibile attraverso una maggiore presenza di corse in orario
Impegna
altresì il Governo regionale a far sì che venga istituito, con fondi propri e in compartecipazione con le altre regioni interessate, o attraverso l’intervento del Governo nazionale un collegamento ferroviario bidirezionale diurno e/o notturno tra Bari/Brindisi (porto collegamenti con la GRECIA) e la Sicilia, comprensivo di traghettamento, instradato via linea ferroviaria ionica e con fermate nelle sue principali stazioni e che potrebbe rendere maggiormente sostenibile il traghettamento ferroviario nello stretto con una finora inedita offerta all’utenza di un bacino territoriale diverso e in aggiunta a quello attuale.

domenica 19 aprile 2015

Reddito Minimo Garantito. Assemblea pubblica.


Assemblea pubblica su Reddito di cittadinanza
18 aprile alle ore 17:30 presso la
Sala Multimediale della Provincia di Reggio Calabria
Piazza Italia

Dopo un’attenta valutazione delle priorità della Calabria, nei giorni scorsi ho ritenuto utile presentare una proposta di legge per istituire il reddito di cittadinanza.

Ritengo che questa sia una misura urgente e non più rinviabile, anche perché la nostra regione è tra le realtà economicamente più deboli d’Europa.
Obiettivo di questa proposta di legge è quello di mettere in atto una serie di misure a sostegno del reddito dei soggetti economicamente svantaggiati ed in sofferenza economica.

Ritengo che su questa proposta sia necessario aprire un confronto con le Istituzioni e le realtà che operano nel sociale, con i Sindaci dei nostri Comuni e i Sindacati, tutti soggetti che maggiormente conoscono il territorio, anche per costruire una proposta coerente con le esigenze delle popolazione calabrese.