Caritas
Nazionale e ora anche Tito Boeri, Presidente dell’Inps, la pensano come noi
insieme
ai tanti Comuni e Province della nostra Calabria.
Il 3 ottobre 2008, in piena crisi economica,
la Commissione Europea ha approvato una raccomandazione in cui chiedeva di “riconoscere il diritto fondamentale della
persona a risorse e prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla
dignità umana, nel quadro di un dispositivo globale e coerente di lotta contro l’esclusione
sociale”,realizzando politiche attive
per garantire un reddito minimo vitale a tutti i suoi cittadini. Nel luglio del
2010, nella relazione sul reddito minimo nella lotta contro la povertà l’Europa
lo individua come uno dei modi più efficaci per contrastare la povertà,
garantire una qualità di vita adeguata e promuovere l'integrazione sociale.
Tutti gli Stati – anche quelli in maggiore sofferenza
economica – si sono adeguati, tranne l’Italia e la Grecia.
L’Italia quindi così solerte a seguire le raccomandazioni
dell’Europa quando chiede sacrifici ai cittadini italiani, vedi la riforma delle pensioni (legge Fornero),
l’austerity con i tagli alla sanità e la chiusura dei piccoli ospedali – in
particolar modo al Sud Italia, dove si corre il rischio di perdere eccellenze
in campo oncologico e della ricerca, il Jobs Act ecc., non ha dimostrato la
stessa solerzia quando l’Europa ci ha chiesto di aumentare e salvaguardare i diritti per i
cittadini.
E mentre, sulla pelle dei cittadini si
tergiversa, l’introduzione del reddito minimo viene chiesto dalla Caritas
nazionale, che lo scorso settembre ha bacchettato Renzi per non aver ancora assunto una posizione
pubblica precisa sulla lotta alla povertà, “un problema contro il quale è
necessario adottare interventi strutturali: la costruzione di un sistema di
welfare e l’introduzione del reddito minimo di inclusione sociale” – rivolto a
chiunque sia in povertà assoluta, come
quello previsto dal Reddito d’inclusione sociale (Reis) proposto dall’Alleanza
contro la povertà in Italia. Il cardinale Bagnasco, Presidente della CEI, lo
scorso maggio ha sostenuto arricchendo il dibattito che «in altri paesi dove la
forma è presente mi sembra si siano registrati risultati positivi: non
favorisce una mentalità assistenziale ma è piuttosto un accompagnamento e
sostegno». E solo pochi giorni fa Tito Boeri, Presidente dell’Inps, nel formulare
un piano contro la povertà ha inserito
un reddito minimo di 500 euro per gli over 55 grazie a prelievi da 250
mila pensioni d’oro e da 4 mila vitalizi per cariche elettive. L’istituto ha
messo online una proposta normativa in 16 articoli, che tocca a 360 gradi il
sistema previdenziale e assistenziale, dal sostegno di inclusione attiva per
gli over 55 al riordino delle prestazioni collegate al reddito, passando per il
ricalcolo dei vitalizi, inclusi gli interventi sull'uscita flessibile e le
pensioni dei sindacalisti. Ci spieghi il Premier Renzi per quali ragioni si
ostini a rifiutare una misura urgente contro la povertà chiesta addirittura
dalla Caritas e dalla Chiesa, e invece continua a riproporre un’opera mastodontica
e inutile come il ponte sullo Stretto, i cui costi ambientali, sociali ed
economici sono maggiori rispetto ai benefici che apporterebbe.
In
Calabria non possiamo attendere che il Governo nazionale si svegli perché le
Regioni hanno la possibilità di legiferare autonomamente in materia. Da
moltissimi mesi è stata presentata una legge a favore dell’istituzione di
misure a sostegno al reddito – passata all’unanimità in Commissione Sociale e che attende ora di essere valutata in Commissione Bilancio.
Una proposta presentata dal consigliere della Sinistra Giovanni Nucera, che
raccoglie il consenso delle Associazioni Laiche e cattoliche ( Libera, Caritas, Terzo Settore,
associazioni, sindacati) .
Chiediamo con forza di far
approvare questa legge.
Su questa battaglia come gruppo
della Sinistra non intendiamo indietreggiare nemmeno di un centimetro. Sappiamo
benissimo che il reddito minimo garantito, benché sentito come urgente, non
piace a molti perché sospettato di aggirare sfere di competenza, perché ritenuto
un affronto alle politiche di austerità, avversato per lo spauracchio dell’assistenzialismo,
ricacciato indietro spesso solo perché, per come strutturato, non consente i
soliti gettoni per gli enti di formazione, allontanato dalle coscienze perché
ridurrebbe la possibilità creditizia delle banche.
Intorno
ai diritti dei cittadini, troppi sono i giochi di potere, troppi i ricatti,
troppi i compromessi.
Il
Consigliere Giovanni Nucera ha portato
nelle sedi preposte una progetto ragionato, dove sono state individuate anche
le possibili fonti di finanziamento per garantire un reddito d’inclusione
sociale come misura proattiva collegata al lavoro e che nulla ha di
assistenziale ma che guida – come in uno Stato maturo dovrebbe avvenire
naturalmente – chi ha perso il lavoro ed è fuori da qualsiasi forma di
ammortizzatore sociale, chi si trova nel tempo limbico di un reinserimento
lavorativo. Una proposta che giorno dopo giorno registra consensi da parte di
singoli cittadini, associazioni e ben oltre 200 Comuni in tutta la provincia e
regione compresi Consiglio Comunale e Provinciale di Reggio Calabria che hanno già espresso il loro appoggio. Facciamo
nostra la riflessione di papa Francesco: “non possiamo più aspettare a
risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da
una malattia che può solo portare verso nuove crisi”. Adesso è il tempo di
scegliere di operare per un politica della responsabilità e di decidere non a
favore degli interessi dei poteri forti, ma a favore di coloro che
costituiscono il tessuto economico e sociale del nostro territorio, che con
grande sacrificio vivono ogni giorno e che hanno sempre dimostrato
pazientemente indulgenza verso una classe politica non sempre all’altezza del
valore morale e civile del proprio ruolo.