Recentemente
il Consiglio regionale pugliese ha approvato all’unanimità una mozione affinché
sia adita la Corte costituzionale sulla legge “La Buona Scuola”. Di concerto
con il movimento dei docenti calabresi e sentiti tutti i sindacati, presenterò
una mozione in Consiglio regionale della Calabria con la quale s’impegna il
Presidente Oliverio e la Giunta regionale a sollevare la questione di
legittimità sulla norma in questione.
La
controriforma scolastica, ovvero la cosiddetta “Buona Scuola” voluta dal governo
Renzi e approvata dal Parlamento il 2 luglio scorso ha inserito odiosi elementi
gerarchici all’interno della scuola, quella istituzione che fino ad oggi,
nonostante le difficoltà economiche, si è sempre sviluppata, nel solco della Costituzione,
come luogo di formazione di cittadini democratici.
La
figura del superpreside andrà a incidere notevolmente sull’autonomia dei
singoli docenti che vivranno nel timore costante di dover assecondare il
dirigente, quando invece la Costituzione all’Articolo 33 afferma la libertà
d’insegnamento. Ricordiamo che una scuola libera è un diritto e non una
concessione dello Stato.
Inoltre
– sacrificato questo principio di democraticità per un falso mito di efficienza
e produttività, che nei fatti non si
traduce in un sostegno al merito degli studenti e dei docenti – il
provvedimento non ha previsto un piano pluriennale per la stabilizzazione dei
precari che nella maggior parte dei casi sono docenti che da anni svolgono un
ruolo fondamentale nella nostra scuola. Peraltro in questa riforma non si
spende nemmeno una parola per il diritto allo studio e contro la dispersione
scolastica.
Una
Buona Scuola – non quella renziana – può cambiare il destino di una intera
nazione. Per questo motivo esprimo solidarietà a tutto il mondo della scuola
che si trova a subire, dopo anni di continuo depauperamento delle risorse,
anche un intervento di riforma che invade perfino materie del Contratto
nazionale di lavoro. Le legittime richieste di dialogo del mondo della scuola
si sono scontrate con un governo sordo che dimostra di essere
decontestualizzato e talmente lontano dalla scuola reale da preferire un
esercizio di forza muscolare perdendo un’occasione storica di riformare la
scuola insieme a chi la scuola la vive ogni giorno.
Giovanni
Nucera, consigliere regionale capogruppo
de La Sinistra
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