Garanzia Giovani: progetto concreto?
Dati incoraggianti sui giornali. 49.357 convocati dai servizi
per il lavoro e 31.297 hanno già ricevuto il “primo colloquio”. Ma le parole
ingannano.
La maggior parte dei giovani che si sono iscritti al portale proviene
dalla Sicilia, Campania, Lazio. Non molti dalla Calabria che pure soffre della
più alta percentuale di disoccupazione giovanile. Il programma di reclutamento al lavoro under 30,
voluto dall'Europa e diventato operativo in Italia il primo maggio scorso, è in
Calabria uno strumento poco conosciuto a causa di una mancata e corretta
informazione con l’utenza. Pochi sanno che esiste, pochi sanno cosa sia, e tra
questi molti sono diffidenti.
La
Garanzia Giovani è il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile;
sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di
disoccupazione superiori al 25% da investire in politiche attive di
orientamento, istruzione, formazione, inserimento al lavoro per giovani che non
lavorano e che non sono inseriti in un percorso scolastico o formativo.
L’Italia ha ottenuto un finanziamento di 1,5 miliardi di euro, alle singole
Regioni spetta di definire le modalità organizzative e di attuazione degli
interventi. Anche le aziende sono chiamate a contribuire a raggiungere gli
obiettivi di Garanzia Giovani, beneficiando di agevolazioni per l’offerta di
opportunità formative e d’inserimento lavorativo, sulla base delle risorse
assegnate.
Ma cosa vuol dire “primo colloquio”? Con il 43% di
disoccupazione giovanile sarebbe auspicabile intendere con questa asserzione un
primo colloquio lavorativo a cui dovrebbe seguire, eventualmente, una
formazione e una qualche forma contrattuale, sia pure nelle forme previste dal
progetto: apprendistato o tirocinio. E invece no, si tratta di un colloquio di
orientamento che è cosa ben lontana dalla concretezza di un posto di lavoro.
E qui il rischio che la Garanzia Giovani vada in corto
circuito. L’idea di collegare direttamente l’offerta di lavoro con la domanda è
ottima, ma non è diversa da tanti altri incubatori professionali non pubblici.
Per come è strutturata ora si limita all’inserimento dei curricula ed eventuale
scelta da parte dei recruiter. È un progetto monco privo della parte di
formazione pubblica e della guida volta all'assunzione, alla promozione e all’orientamento
delle figure e dei titoli attualmente più richiesti. Si dovrebbe puntare ad una
maggiore corrispondenza tra domanda e offerta (qualora l’offerta ci fosse in
questa terra disgraziata).
S’intersecano tre ordini di problemi: un problema nazionale – troppa burocrazia, troppi enti
che fanno le stesse cose e troppe tasse; un problema regionale con la
consueta mancanza di trasparenza della gestione dei fondi europei e infine un problema
provinciale: quello dei centri per l’impiego su cui si appoggia Garanzia Giovani
ma che non funzionano.
In Calabria non
riusciamo a spendere i Fondi europei e quando ci proviamo finiamo per fare i
valzer dei finanziamenti. È necessaria un pianificazione seria attraverso cui
accompagnare il giovane dalla formazione fino al
suo completo inserimento lavorativo, e non promettere generici colloqui di orientamento. Quindi
intanto creare il lavoro. Dobbiamo approntare
politiche di sviluppo e di sostegno; accelerare interventi su infrastrutture
utili e necessarie; puntare sulla riqualificazione dei territori che non può
che creare indotto e lavoro e non sclerotizzarci sulla costruzione di
cattedrali nel deserto che non avranno mai futuro; sostenere le start up;
utilizzare in modo mirato e positivo i fondi europei finora mal gestiti dalla
Regione Calabria. Non basta più far incontrare (male) domanda e offerta
di lavoro ma puntare sulla qualità dell’offerta e della domanda. L’Italia è
carente dal lato della formazione (pubblica) dei lavoratori (non solo per i
giovani) e dall’altro abbiamo aziende che sono allo stremo e che dovrebbero
essere messe in grado di assumere, ma con piani strutturali e non con il doping
dei finanziamenti pubblici, finiti i quali, finisce pure il lavoro.
I dati riportanti i numeri degli iscritti alla
piattaforma, purtroppo, non è indice di successo. L’obiettivo di Garanzia
Giovani, vale la pena ricordarlo, è l'inserimento nel mondo del lavoro. Ma quanti sono stati contattati per
un’offerta lavorativa concreta?
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