sabato 23 agosto 2014

Solidarietà a Gianfranco Villa, rappresentante sindacale della Filt-Cgil di Gioia Tauro

Esprimiamo vicinanza e solidarietà a Gianfranco Villa, rappresentante sindacale della Filt-Cgil di Gioia Tauro nell’azienda Ico Blg, operante nel terminal auto del porto gioiese, la cui auto è stata incendiata la scorsa notte. L’attentato sembra ricondursi alla sua attività lavorativa e sindacale, concentrata nell’ultimo periodo in una vertenza per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti previsti in Ico Blg.
Il porto di Gioia Tauro è sicuramente una realtà straordinaria, essendo diventato in pochi anni uno dei venti scali più importanti nel Mediterraneo ma è anche molto fragile. Come una spada di Damocle pende una crisi di crescita e la carenza delle infrastrutture ne rallentano lo sviluppo, considerando la sua naturale vocazione internazionale. Motivo per cui già nelle scorse settimane abbiamo richiesto lo sblocco dell’iter sulla Zes di Gioia Tauro, su cui però ancora il Premier non dà notizie certe. In questi giorni poi nella confusione dei balletti preelettorali continua ad aleggiare sull’area lo spettro dei licenziamenti nonostante la grande operazione effettuata dai lavoratori portuali per il trasbordo delle armi chimiche siriane.
Si aggrava così la tensione nel porto dopo gli scioperi e le giornate di protesta contro i licenziamenti, fino ad arrivare a questo grave atto intimidatorio che va stigmatizzato e condannato. Rinnoviamo la nostra solidarietà a Gianfranco Villa e agli ordini sindacali Filt-Cgil operanti in un’area così problematica e il nostro sostegno nella lotta per i diritti e le tutele dei lavoratori.

No Carbone, incontro organizzato da Reggionontace e dal Coordinamento associazioni Area grecanica

Una serata importante per tutti i cittadini quella organizzata il 23 agosto dal Movimento Reggionontace e dal Coordinamento associazioni area grecanica per il No al carbone. "L'ignavia oggi in Calabria si paga con la morte". Non possiamo non scegliere e metterci la faccia per questa battaglia. In un Regione che subisce il 43% della disoccupazione giovanile a causa della miopia della classe dirigente a livello locale e nazionale, il lavoro diventa una delle più ambite forme di ricatto sociale: vuoi il lavoro? allora non ti puoi opporre al carbone. Ma Il carbone non porta lavoro, non porta innovazione, non porta sviluppo. Il lavoro che offrirebbe sarebbe solo temporaneo relativo alla costruzione della centrale, dopodiché si offrirebbe lavoro a 400 operai ma che devono essere operai altamente specializzati e quindi non potrebbero essere persone del luogo. Il lavoro millantato viene usato come mezzo di ricatto.
Il carbone pulito non esiste, è una dicitura fuorviante per farci mandare giù la pillola. "Lo studio realizzato dall'Università di Stoccarda è l'ennesima prova, qualora ve ne fosse bisogno, che il 'carbone pulito' sbandierato dalle compagnie energetiche non esiste" afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. "I dati di molte istituzioni e organismi sovranazionali confermano che l'aria che respiriamo può essere uno dei maggiori agenti patogeni per la nostra salute. In Europa, il carbone è una delle principali cause di avvelenamento dell'aria. Per salvare i nostri polmoni, e salvare il clima dalle emissioni di gas serra, dobbiamo mettere fine all'era del carbone e avviare una radicale rivoluzione energetica".  Entro il 2025 la totalità dei maschi e una donna su quattro, abitanti nel territorio soffrirà di una forma tumorale. Una centrale al carbone, vada sé,  moltiplicherebbe i motivi per la diffusione dei tumori. A Vado Ligure la Magistratura ha disposto per questi motivi la chiusura della centrale lì esistente. Il carbone porta particolato, mercurio, arsenico, fumi tossici,
Qui, in questa Regione in piena autosufficienza energetica il carbone non serve e soprattutto non lo vuole nessuno. E questo esercizio di democrazia non può essere disatteso o ignorato per i rapporti tra politica e poteri economici e criminali.
Il lavoro lo portano le iniziative volte alla valorizzazione dei nostri territori, della nostra cultura, del nostro ambiente, delle immense ricchezze che già esistono. Basta colonizzare la Calabria. Esempi a cui guardare ce ne sono infiniti. Se solo cambiassimo questa fallimentare prospettiva che ci conduce alla desertificazione economica e culturale. La battaglia al carbone è una battaglia di tutti.

Ringrazio Reggionontace e il Coordinamento per la campagna di sensibilizzazione, perché, è vero che possiamo anche decidere di essere a favore della centrale, ma dobbiamo essere informati e conoscere davvero quello di cui si sta parlando.




                                         https://www.youtube.com/watch?v=VWnAo_ChMAA

giovedì 21 agosto 2014

Ansaldo Breda, fiore all'occhiello della nostra Regione, soddisfazione per l'accordo raggiunto

Condividiamo la soddisfazione espressa da Giuseppe Chiarolla, Segretario della FIM CISL (RC), per l’accordo per il premio di risultato raggiunto a Roma lo scorso 30 luglio, nonostante le spaccature tra le organizzazioni sindacali. Non può che essere un motivo di orgoglio per i suoi lavoratori e per tutto lo stabilimento di Torre Lupo. Secondo l’accordo, e sulla base degli obiettivi  si  prevede un riconoscimento salariale e un incentivo per i lavoratori di Ansaldo Breda: si tratta di circa 781 euro che si troveranno in busta paga il prossimo mese di ottobre. L’intesa, sottoscritta unitariamente, prevede a regime un premio di risultato di 2.480 euro a partire da febbraio 2015 se risulteranno raggiunti gli obiettivi predeterminati per la consegna del prodotto e di efficienza per il 2014.
Lo stabilimento, il gruppo e i lavoratori hanno espresso tutta la loro capacità organizzativa e di pianificazione delle consegne che ha consentito loro il raggiungimento di obiettivi importanti. Non solo, hanno dato prova della seria programmazione imprenditoriale attraverso mezzi di trasparenza e legalità, che nella nostra città rappresentano una importante valore aggiunto. A dimostrazione che con serietà anche a Reggio Calabria è possibile costruire realtà efficienti e competitive.
Un plauso dunque allo stabilimento a tutto il gruppo dell’Ansaldo Breda che in un momento di crisi come quella che stiamo vivendo offre e preserva i livelli occupazionali per molti giovani e che si è distinto per puntualità e professionalità nelle consegne.
Sosteniamo e condividiamo, inoltre, la richiesta rivolta da FIM CISL alla Regione Calabria di verificare i presupposti in base ai quali è stato negato l’accordo per l’erogazione di fondi da destinare alla formazione del personale dello stabilimento.
Sel come forza politica radicata e attenta alle esperienze positive e trasparenti operanti sul territorio non può che guardare con favore all’unica industria di materiale rotabile della Calabria, fiore all’occhiello di tutta la Regione la cui laboriosità e serietà è stata rappresentata in maniera plastica lo scorso luglio con l’uscita dallo stabilimento di Reggio Calabria del primo treno della nuova metropolitana milanese.




martedì 19 agosto 2014

Dramma profughi, urge intervento legislativo e operativo dell'Europa

Sui continui sbarchi sulle nostre coste urge l’intervento operativo e legislativo dell'Europa, non servono le polemiche assurde dei politici di destra, in carica fino a tre anni fa, che ora “fanno i verginelli” mentre sono stati i primi responsabili delle cause della guerra in Iraq e dell’assenza di una politica estera che ora paghiamo con i drammi dei profughi. Come facciamo a dimenticarci della fallimentare politica dei ministri degli esteri sempre di quella destra che oggi si professa incolpevole incapaci anche di affrontare la guerra civile siriana?

«Il viaggiare per profitto viene incoraggiato; il viaggiare per sopravvivenza viene condannato, con grande gioia dei trafficanti di “immigrati illegali” e a dispetto di occasionali ed effimere ondate di orrore e indignazione provocate dalla vista di “emigranti economici” finiti soffocati o annegati nel vano tentativo di raggiungere la terra in grado di sfamarli.» Così Zigmut Bauman nel 2002. Purtroppo dietro le parole ci sono i destini di migliaia di persone in carne e ossa. È il timore che dietro l’abitudine alla “conta” ci si dimentichi che si tratta di persone che hanno venduto case, terreni, ogni loro misero bene per pagare salatamente un viaggio di 1500 miglia. Dietro questi flussi poi si nascondono interessi intestini, racket, organizzazioni criminali che giocano sulla pelle di questi popoli. Stesso destino – mutatis mutandis – che ha accomunato i nostri stessi concittadini non molti anni fa. C’è sempre qualcuno che sta più a nord di noi e che ancora oggi offre al pregiudizio concezioni di odioso razzismo. Non siamo così ingenui da circoscrivere l’aiuto umanitario entro quell’idea, seppure encomiabile, di solidarietà tra “fratelli”. Il problema è complesso, ed è reso ancora più difficile dal livello di disperazione dei nostri concittadini. Ma non sparigliamo le carte e soprattutto chiediamo alla politica di non strumentalizzare i destini di popoli così lontani eppure accomunati dalla stessa precarietà e disperazione. Oggi noi non siamo profughi di guerra ma fuggiamo da una desertificazione economica che non può non farci sentire partecipi delle vite di giovani madri e padri che cercano una via di salvezza attraverso i nostri porti. La politica deve fare fronte alla disoccupazione giovanile che ci sta divorando con strumenti efficaci di tutela che abbiamo più volte proposto, a livello locale poi non ci è bastata la risposta di Renzi sulla Zes di Gioia Tauro. Dobbiamo imprimere davvero un cambiamento di rotta. Ma non possiamo dimenticare che l’accoglienza è un diritto umanitario. Soprattutto è un debito, anche politico, che abbiamo nei riguardi di queste popolazioni causato dalle deboli politiche estere del centrodestra incapaci di accompagnare la transizione democratica nei focolai delle aree del Mediterraneo e del Medio Oriente e succubi degli USA dove dietro la guerra al terrorismo e del petrolio si cela la restaurazione di un rinnovato dominio mondiale americano. La stessa Europa non è stata in grado d’imporsi a livello internazionale sulla questione siriana con una diplomazia unitaria. Senza un intervento europeo oggi l’operazione Mare Nostrum ha un costo economico e sociale insostenibile per l’Italia. La gestione ricade tutta sulle spalle delle istituzioni locali e del volontariato che stanno dando grandi esempi di coraggio e generosità. Si chiede un intervento urgente da parte dell’Europa, un rafforzamento dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne perché le frontiere italiane sono le frontiere dell’Europa. Al di là dei fondi erogati la cabina di regia non può restare di sola competenza nazionale. I nostri operatori devono essere messi in condizioni sicure sia sul piano degli sbarchi che delle misure sanitarie.



                                                         Una bellissima foto di Antonio Ambrogio presso la scuola Boccioni



                          Ancora un bellissimo scatto di Antonio Ambrogio che ringraziamo per averci concesso la condivisione


martedì 12 agosto 2014

La Calabria non può aspettare i giochi di palazzo.

La Calabria non può aspettare i giochi di palazzo.

Pil a caduta libera. Siamo in recessione tecnica. Disoccupazione alle stelle. E «ad oltre cinque mesi dalla condanna di Scopelliti ancora non sappiamo quando si andrà a votare per il rinnovo del Consiglio Regionale» (Gianni Speranza, candidato alle primarie del Centrosinistra). E dagli altri candidati non si è sentita nemmeno una parola in merito. Ci siamo presi qualche giorno per rileggere attentamente le ultime novità non nascondendo quanto ci abbiamo lasciato interdetti e perplessi. Ma andiamo con ordine. Il quattro luglio scadeva il termine per la presentazione  delle candidature, ma pochi giorni fa il Consiglio Regionale approvava all’unanimità le modifiche – il cui maggiore contributo è da riconoscere ad Adamo e Maiolo  (Pd) – alla legge sulle primarie regionali del 2009. Quindi le modifiche, presentate proprio da quel Pd che ha già espresso i suoi candidati ed una data, riaprono in realtà i termini di partecipazione per tutti i partiti, compresi quelli del Centrodestra. Senza entrare troppo nel dettaglio, le modifiche approvate prevedono che in caso di scioglimento anticipato (il nostro) il decreto di indizione delle primarie deve essere emanato e pubblicato entro sette giorni dalla pubblicazione dalla data in cui vengono fissate le elezioni per le regionali. In più il termine per le primarie viene fissato a 45 giorni dalla data delle elezioni, di cui ancora in Calabria registriamo solo un timido barlume. Risultato: le primarie del centrosinistra già avviate rischiano di saltare e non si vede all’orizzonte una data certa per le elezioni del rinnovo del Consiglio regionale, che si dovrebbero, e qui il condizionale è d’obbligo, tenere a novembre. Altro motivo di perplessità le recenti dichiarazioni del democrat Maiolo che lancia un governo di larghe intese: una calabrese große Koalition – giustificata, dice Maiolo, da un crisi senza precedenti in Calabria – tra Pd, Nuovo centrodestra, Udc, peraltro già collaudata a livello nazionale. Ma chi sarebbero questo vecchi-nuovi protagonisti del centrodestra con cui approntare la grande coalizione? Saranno mica gli stessi che hanno appoggiato Scopelliti e tutta la precedente giunta? Ebbene, noi riteniamo che per fare fronte alla crisi drammatica dobbiamo procedere al rinnovo regionale il prima possibile, mettendo per una volta da parte le logiche del “tirare a campare”. Impossibile slittare il rinnovo regionale al 2015. La Regione deve tornare immediatamente a svolgere le sue funzioni: programmazione, legislazione, approntare progetti concreti per sostegno alle imprese, programmare piani d’inserimento al mondo del lavoro delle giovani generazioni. Nonché, memori del passato, dobbiamo dimostrare rispetto ai cittadini che devono essere messi nella condizione di poter scegliere il suo nuovo governo. La soluzione di gattopardesca memoria del cambiare tutto affinché nulla cambi, per carità, più volte purtroppo applicata, oggi non è più solamente immaginabile. Certo, non sono nemmeno più i tempi delle lotte intestine e delle frammentazioni. Guardiamo quindi a un centrosinistra unito e aperto a tutte le espressioni della società civile, dell’associazionismo e a tutti coloro che si muovono in una logica di rinnovamento. Ma quello vero, però.


mercoledì 6 agosto 2014

Zona economica speciale. Serve una cabina di regia con rappresentanti degli Enti Locali e Governo.

Zona economica speciale. Serve una cabina di regia con rappresentanti degli Enti Locali e Governo.

Di pochi mesi fa la proposta di legge sulle zone Zes. Un’occasione da non farsi sfuggire soprattutto per il porto di Gioia Tauro che può e deve rappresentare un fiore all’occhiello dell’economia nonché zona strategica non solo per la Calabria ma per tutto il Mezzogiorno. Di cosa si tratta? La zona Zes è una zona economica speciale che può stimolare un rapido sviluppo economico grazie alle speciali agevolazioni fiscali per le imprese. Una ZES, interamente finanziata con i fondi della Regione,  è una zona all’interno di una nazione in cui vengono adottate specifiche leggi finanziarie ed economiche con l’obiettivo di attrarre investitori stranieri. Tra le diverse agevolazioni e semplificazioni: l’esenzione dall’IMU e dalla TARSU per 5 anni per gli immobili posseduti e utilizzati per l’esercizio delle nuove attività economiche dalle imprese; l’esenzione dall’IRAP per i primi 5 periodi di imposta; incentivi per gli investimenti iniziali; agevolazioni doganali; deroghe alla regolamentazione e utilizzo di terreni con canone ridotto. All’interno di queste zone le tasse vengono ridotte o azzerate per attrarre soprattutto investimenti diretti esteri a medio e a lungo termine e quindi non di carattere speculativo. Un’opportunità importate soprattutto per un territorio in ritardo in termini di sviluppo economico e sociale, privo di grandi industrie, che sta vivendo una profonda recessione economica e in cui i dati della disoccupazione secondo gli ultimi dati Istat sono allarmanti (si pensi poi ai 300 lavoratori del porto di Gioia Tauro in cassa integrazione). Il Governo, la Regione e tutti gli Enti locali non dovrebbe lasciarsi sfuggire questa opportunità per rilanciare un’economia ferma e dovrebbe mantenere alta l’attenzione su questo punto. Si chiede pertanto lo sblocco dell’iter sulla Zes di Gioia Tauro e l’istituzione di una legge nazionale che ne preveda la costituzione. A un patto però. Che si istituisca appunto una cabina di regia che affronti in maniera responsabile il problema della Zona Economica Speciale del porto, affinché l’istituzione della Zes si possa declinare in concrete possibilità di sviluppo, possa rendere il porto di Gioia Tauro maggiormente competitivo anche con la costituzione di un retro porto, di strutture di viabilità, collegamenti veloci ed efficienti, ed evitare che da occasione di sviluppo si trasformi nell’ennesimo regalo alla criminalità organizzata. Questo quanto chiediamo in attesa del premier Matteo Renzi al porto di Gioia Tauro previsto per il prossimo sabato.


Giovanni Nucera, Vicepresidente del Consiglio provinciale Reggio Calabria

domenica 3 agosto 2014

No alla tagliola alla democrazia, 5 agosto alle 17:00 davanti alla Prefettura di Reggio Calabria

Presidio davanti alla Prefettura il 5 agosto alle 17:00 organizzato dal comitato L'Altra Europa per dire no alla tagliola alla democrazia. Partecipiamo!

Ennesima bagarre sui Bronzi, finito di litigare, possiamo tornare a discutere del 43% di disoccupazione giovanile? Grazie!

Ovviamente le foto di Gerald Bruneau dei Bronzi di Riace sono incommentabili, tanto quanto incommentabile è l'atteggiamento superficiale della Sovrintendenza... Come siamo ridotti.
Ma detto questo ora, non so, quando avete finito di litigare sui Bronzi di Riace, possiamo tornare a occuparci del 43% di disoccupazione giovanile?? Cioè, invece di arrovellarci su tanga sì e tanga no, ripartiamo da questo dato, ricordiamoci di quanti giovani sono relegati nell'ambito del "volontariato" culturale invece di consentire che mettano a disposizione della comunità la loro preparazione e, ovviamente, adeguatamente REMUNERATI. Sono certo che anche per i Bronzi e per il Museo i nostri ragazzi sarebbero riusciti a offrire davvero dei progetti di sviluppo importanti. Mentre i soliti noti si dividono le vesti...Poi tanga sì e tanga no, possiamo tornare a occuparci del fatto che qui in città non ci sono vie di comunicazione e strutture ricettive adeguate per una zona a vocazione turistica...